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La vita segreta delle parole

Isabel Coixet dopo il tragico e bellissimo film "La mia vita senza me" racconta un'altra storia drammatica, ma questa volta con un finale aperto

La vita segreta delle parole

12.04.2007 - Autore: Leonardo Godano
La vida secreta de las palabras
Regia di Isabel Coixet
Con Sarah Polley, Tim Robbins e Javier Camara

Una piattaforma in mezzo al mare, un’oca che ama il basket, un cuoco che ascolta Paolo Conte, un oceanografo che conta 25 milioni di onde l’anno, un uomo cieco per 15 giorni e una donna sorda che non vuole ricordare.

Dopo Almodovar e Amenabar ora anche la regista catalana Isabel Coixet mette un uomo in gravi condizioni su un letto e lo fa interagire con una donna. Questa volta i due non si conoscono. E se non fosse per ‘quella coincidenza fatale’ non si sarebbero mai conosciuti tanto sono distanti l’uno dall’altro.

Hanna è una donna timida e riservata, con una esistenza piatta scandita da un lavoro in fabbrica sempre uguale. Ma soprattutto Hanna è sorda e quando vuole estraniarsi dal mondo si stacca l’auricolare che porta all’orecchio. Il suo capo la costringe a prendersi una vacanza e Hanna va a confinarsi in un piccolo peasino di mare. Una sera, in una bettola, sente che cercano un’infermiera. E lei prima di entrare in fabbrica era proprio un’infermiera.

Un elicottero porta Hanna su una piattaforma in mezzo al mare dove è avvenuto un grave incidente. Un uomo è morto, il suo migliore amico nel tentativo di salvarlo è rimasto ustionato e temporaneamente cieco.

Hanna è catapultata in un mondo che assomiglia più ad un manicomio che non ad normale posto di lavoro. Un uomo conta tutto il giorno le onde che si infrangono sulla piattaforma, il cuoco (l’amodovariano Javier Camar) cucina le specialità di una nazione ascoltando la musica di quel paese e un ragazzo gioca tutto il giorno a basket osservato solo da una splendida oca.

Hanna entra in contatto con Joseph (uno straordinario Tim Robbins che si riscatta subito da La guerra dei mondi) un uomo dotato di una grande ironia che è costretto a stare a letto per 15 giorni dopo aver subito delle gravi ustioni. Lui è cieco, lei è sorda quando vuole e ovviamente si innesca pian piano una grande sintonia che riporta alla luce i misteri di entrambi.

Il film, intenso e ironico nella prima parte, perde un po’ di peso e di interesse proprio quando svela i misteri drammatici di Hanna.

La regista dice che il film “riguarda  quelle parole perdute che vagano a lungo in un limbo di silenzio finché arriva un giorno in cui sgorgano tutte assieme” a noi è piaciuto di più quando tutte quelle parole erano trattenute dai protagonisti in un luogo così ai confini del mondo e della vita.