NOTIZIE

La provincia degli infelici

Pippo Mezzapesa, regista de "Il paese delle spose infelici", ci parla di come animo umano e territorio si fondano nel suo film

Il paese delle spose infelici - Mario Desiati, Pippo Mezzapesa

29.10.2011 - Autore: Marco Triolo
Un luogo dalla “bellezza arcaica ma ferita”, come lo definisce lo stesso regista: è questa la provincia di Taranto vista da Pippo Mezzapesa, autore de “Il paese delle spose infelici”, secondo lungometraggio in concorso al Festival di Roma. Il film racconta la storia di tre ragazzi che vivono in uno sperduto paese del tarantino, Veleno (Nicolas Orzella), Zazà (Luca Schipani) e Annalisa (Aylin Prandi), una realtà senza sbocchi apparenti, ma da cui forse è possibile uscire grazie al proprio talento – Zazà è un campione di calcio – e seguendo una precisa regola: mai imitare gli adulti. “Gli adulti rappresentano il destino ineluttabile a cui cercano di sfuggire i tre ragazzi, quello che loro non vorrebbero mai diventare – spiega Mezzapesa – Purtroppo spesso il mondo adulto è così anche nella realtà: meglio allora evitarlo, aggirarlo, per non perdere la vitalità”.

Nel paese senza opportunità
Il paese delle spose infelici” è tratto da un romanzo di Mario Desiati (ed. Mondadori), presente in sala all'incontro con la stampa insieme al regista. “Del romanzo – continua Mezzapesa – mi hanno colpito l'atmosfera e i personaggi. Veleno, Zazà e Annalisa stanno attraversando un momento di passaggio e scelte. L'adolescenza è un momento tormentato, ma anche Annalisa sta vivendo una seconda adolescenza che scaturisce da una perdita apparentemente incolmabile”.

Al centro della pellicola c'è quell'universo così peculiare di facce e passioni che si aggira intorno al campo da calcio. “E' il luogo ideale perché nasca un'amicizia, perché lì vengono meno i contrasti sociali, ci si spoglia delle vesti borghesi per sporcarsi di fango e di vita”. Ma una storia così vera non funzionerebbe senza un cast credibile. Per questo Mezzapesa ha scelto due non-attori per i ruoli principali di Veleno e Zazà, vale a dire Nicolas Orzella e Luca Schipani. “Il lavoro di casting è stato molto lungo, abbiamo setacciato la Puglia, soprattutto le associazioni calcistiche e i quartieri periferici. Volevo dei ragazzi che restituissero un certo naturalismo, ma avessero anche la forza interiore e la disciplina necessaria per affrontare il set. Il lavoro con loro è stata quasi una seconda scrittura, per avvicinare i personaggi sulla carta a loro”.

Una provincia ferita
Dopo i tre ragazzi, il quarto protagonista è proprio la terra in cui il film è stato girato. “La provincia di Taranto ha una bellezza ferita, sia morfologicamente – a causa delle gravine che ne tagliano il territorio – sia per le ciminiere delle fabbriche e i fumi che alterano i colori del cielo e dell'animo dei personaggi”. Ma era anche l'unico luogo in cui era possibile ambientare la storia: “Il contrasto è alla base racconto, e qui il contrasto interiore dei personaggi viene restituito plasticamente dal territorio. Si crea un vero campo controcampo tra natura intoccata e natura violata”.

“C'è stato un tradimento del testo, all'inizio – conclude il regista – una scarnificazione delle pagine per raggiungere l'essenza del romanzo e l'animo dei personaggi, per mantenere l'atmosfera arrivando al cuore dei protagonisti. Un tradimento teso a non tradire il libro”.

Il paese delle spose infelici” sarà distribuito l'11 novembre da Fandango.

Film.it segue giorno dopo giorno il sesto Festival del Film di Roma. Vi invitiamo al nostro speciale: cliccate qui.