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La morte della pellicola
La macchina da presa e il rumore che l'accompagna in ogni luogo spariscono per far posto alla Macchina, alla telecamera digitale.

29.08.2001 - Autore: Simone Godano
La macchina da presa e il rumore che l’accompagna in ogni luogo
spariscono per far posto alla Macchina, alla telecamera digitale. I costi si
abbassano vertiginosamente, le luci non sono più necessarie, i dolly e i
carrelli vengono stilisticamente eliminati, la pellicola diventa un semplice
mezzo di proiezione. E’ la fine del cinema e l’inizio di un nuovo cinema
che gioca con una nuova immagine, più “brutta”, piatta e in origine
quadrata che nella sua anima però ci affascina o come dice G. Bertolucci
“è una doga presente”. Nel film L’amore probabilmente Bertolucci
sperimenta con un lavoro intenso, e studiato al tavolino, tutte le
opportunità del digitale. tempo, ma un anche un’evoluzione, un
passaggio del testimone necessarioMa ora non si vuole parlare del film,
ma del cinema e se anche questo è cinema. Se il passaggio dalla
pellicola al digitale può essere, come quello dal muto al sonoro o dal
colore al bianco e nero, scioccante per gli spettatori del suo . Essere
scettici è obbligatorio… per chi ama l’immagine, l’estetica dell’immagine,
vedere un film in digitale ( che viene sporcato trasferendolo in pellicola) è
un colpo duro. Si perde molta di quella poesia che la pellicola ci ha offerto
per anni, solamente guardandola… i colori cambiano, la definizione
cambia, l’occhio ci perde, e l’occhio in un’ arte che vive di immagini ha un
ruolo importante, soggettivo (doppio è il senso), ma importante. Muto
invece diventa l’occhio che riprende gli attori e la scena, quel brontolio
perpetuo e magicamente fastidioso svanisce, si disperde, ma forse
questo non è importante.
-inseriamo gli elementi positivi. Si gira di più, si spende di meno. Un film
diventa accessibile a tutti. E poi si è creato uno stile, un Dogma: film in
digitale uguale macchina a mano, montaggio delirante, intreccio
delirante, regole nel cesso e tante altre belle cose… Bertolucci affianca a
questo una storia e una teoria sul cinema, sull’illusione, la verità e la
menzogna, in tre parole il Cinema, catturando lo spettatore, che in alcuni
momenti gode del suo linguaggio, ma uccidendo a tradimento forse
quella che è ancora la cosa più bella del cinema… la pellicola, il singolo,
immobile, rettangolare fotogramma che susseguendosi ci dà l’illusione
del movimento e della vita. Due modi di fare cinema molto differenti…
probabilmente si imboccherà la nuova strada, lo sta facendo Lucas per
Star Wars II , e la tecnologia ridurrà ampiamente le differenze.. ma tutti noi
ci sentiremo un po’ nostalgici e un po’ più soli, senza quel brontolio
perpetuo e magicamente fastidioso che in questo pezzo abbiamo voluto
condannare e dare per morto, ma di cui siamo chiaramente
innamorati…..
- una piccola nota sulla protagonista de L’amore probabilmente, Sonia
Bergamasco, che da sola è riuscita a sostituire quel brontolio.. anche lei
magica e fastidiosa, bella e brutta, armonica e delirante, chissà forse
anche lei dalla parte della pellicola….. ma anche questo forse non
importa.