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La forza del passato

Russell Crowe è sbarcato al Lido al seguito di Cinderella Man. Il film sulla storia del leggendario pugile Jim Braddock presentato fuori concorso a Venezia

Russell Crowe

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
 

La sua esperienza di padre l’ha aiutato a far rivivere questo personaggio?
“Diventare padre è stata la cosa più fantastica della mia vita. E’ un’esperienza che faccio ogni singolo giorno che mi sveglio, e continua sempre ad arricchirmi. Tuttavia difficilmente permetto che la mia esperienza personale entri nel mio lavoro. Tra un ciak e l’altro torno a casa e faccio la mia vita. I due mondi non devono mai interferire”.

Felpa bianca con la zip. Occhiali da sole. Capello semi-unto con riga e conseguente ciuffo che tende sulla fronte, dandogli il solito aspetto sbarazzino. Crowe parla tuttavia anche del suo cinema come impegno etico.

“Questo film deve ricordare agli americani che l’abbondanza di cui godono non è assoluta e data per sempre. Devono guardare al passato e conoscere la povertà. Ricordarsi che il mondo è un luogo vasto e i beni dovrebbero essere divisi in modo più equo”.

E’ più facile usare il passato per parlare dei problemi attuali?
“A volte per vedere meglio le cose del presente serve utilizzare il prisma del passato. La ricchezza non è una cosa scontata. La gente non ricorda cos’è la stata la fame, la povertà e la sofferenza nel periodo della Grande Depressione”.

Cosa ti ha ispirato della storia di Jim Braddock?
“Di Braddock mi piaceva la priorità che stabiliva nella sua vita.Prima di tutto i valori etici. Pensiamo all’episodio emblematico in cui, superata l’emergenza economica, torna a restituire il sussidio che aveva ricevuto dal social welfare. Era un essere umano pulito e onesto: questi sono i valori fondamentali della vita”.

La parabola di vita di Braddock ha qualche aspetto in comune con la tua?
“Chiunque abbia cercato di raggiungere un obiettivo ha incontrato qualcuno che gli ha suggerito di lasciar perdere. Anch’io quando ho iniziato facendo teatro ho dovuto metter da parte i commenti di chi mi spingeva a desistere. Io invece penso che la cosa più importante sia fare quello che ti piace. Se per 5 minuti riesco a far dimenticare al pubblico in sala i problemi della loro vita, io sono contento”.

Insomma, questo film deve permettere agli americani, utilizzando il prisma del passato di capire i problemi del mondo attuale oppure deve dargli svago per farglieli dimenticare?...

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