Con “Kill Me Please” il regista belga Olias Barco realizza una farsa grottesca ambientata in una clinica sorta con l’obiettivo di accompagnare gli aspiranti suicidi ad una realizzazione dignitosa e assistita dell’ultimo ed estremo desiderio di morire. A somministrare a questa gente un viatico velenoso disciolto in un bicchier d’acqua, da assumere non prima di aver ascoltato e possibilmente esaudito un’ultima volontà, è il Dr. Kruger, imperturbabile funzionario della Morte. Gli avventori di questa macabra locanda: una collezione di freak maniaco-depressivi, malati, egocentrici e disperati che con il trascorrere dei minuti si rivelano nella loro natura di mine vaganti pronte a detonare. Un mix esplosivo altamente infiammabile che inizia a fagocitarsi quando l’assalto invasato di un gruppo di cacciatori aprirà una spedizione punitiva ai danni di questa macchina di decessi. La minaccia di una morte inflitta e fuori controllo scatenerà nei pazienti reazioni diverse che includeranno l’inspiegabile istinto di sopravvivenza.
La cosa realmente disarmante di questa pellicola, che ha i tratti alieni di un kammerspiel in bianco e nero, è la sua vivacità intemperante e paradossale. Tutto comincia con una sequenza apparentemente tragica, cruda e realista, introduzione solenne di una sinfonia che cambierà brutalmente registro fino a tradursi in una danza tribale ossessiva e compulsiva che andrà scardinando battuta dopo battuta le barriere della correttezza e spazzerà via ogni tabù con una risata luciferina, e, colpo da maestro, andrà a concludere il suo giro in un’esecuzione roca, cancerosa e alcolizzata della Marsigliese.
Dall’universo scolorito della clinica e del bosco che la circonda emergerà un teatro della vita isterico, viscerale e amorale che con il progressivo tracollo dell’edificio si farà rappresentazione mostruosa e alterata di una civiltà alla canna del gas. Un divertissement originale e un po’ compiaciuto che può allettare come un giro della morte: non esattamente adatta a tutti gli stomaci.
"Kill Me Please" è distribuito nelle sale dalla Archibald Enterprise Film
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Kill Me Please - La nostra recensione
Una riflessione luciferina e straripante sul tema del suicidio assistito che al passo di una folle sinfonia scala le macerie della nostra civiltà
31.01.2011 - Autore: Ludovica Sanfelice