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Isabella Ragonese takes a walk on the wild side

La protagonista de "Il giorno in più" ci racconta dei suoi baci con Fabio Volo, del rock con Ligabue e dei viaggi intorno al mondo

Isabella Ragonese

01.12.2011 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato a Torino
“Da ragazzina non avevo il poster di un film in camera. Bensì avevo Lou Reed: era un poster tutto screpolato, perché ogni sera prima di andare a dormire, gli davo un bacio”.

Questa la confessione di Isabella Ragonese. Ma non è l’unica. Ne seguono tante nel corso del nostro faccia a faccia in occasione della presentazione de “Il giorno in più” al Torino Film Festival. Un film, interpretato al fianco di Fabio Volo, in cui l’attrice siciliana interpreta il ruolo di una ragazza che ruba il cuore a un uomo, bastardo come pochi e molto lontano dalla maturità. Il tutto in una cornice newyorchese che strizza l’occhio alle romantic comedy di genere fatte negli USA. “All’inizio ho esitato prima di accettare il ruolo – racconta - Avevo paura di non trovarmi a mio agio in questo genere di film. Eppure, più una cosa mi sembra complicata, più mi butto. Sarà un istinto di autodistruzione!”.

Fabio Volo e Isabella Ragonese in una scena de Il giorno in più

In una scena del film, porti Fabio Volo in una biblioteca alla scoperta di grandi classici romantici. Tu ti dedichi mai alla scrittura?
A dire la verità in passato scrivevo molto. Adesso accade sempre meno. Lo facevo prima, non perché mi considerassi chissà quale drammaturga! La verità è che il lavoro dell’attore significa sempre ritrovarsi ad aspettare l’offerta di un ruolo. Ed ecco che, per sfidare la pigrizia, prendevo alcuni amici attori e con loro scrivevo testi teatrali, partecipando a qualche concorso. Capitava spesso di vincere: il premio era proprio quello di mettere in scena un nostro spettacolo. Insomma mi arrabattavo. Lo facevo per lavorare e non stare ferma. Recitare è il lavoro che mi entusiasma di più adesso… e direi che non mi stimo tantissimo come scrittrice.

Quanto ti piace metterti alla prova come attrice? C’è un genere di film che ti piacerebbe sperimentare?
Ho avuto la fortuna di sperimentare abbastanza tra tutti i generi, quindi posso dire di essermi tolta tutte le soddisfazioni. Questo perché vengo da una cultura che non è snob e che mette insieme tutto e sa divertirsi con tutto. Una cultura che non ha nicchie dalle quali si rifiuta di uscire. Vorrei riprovare a fare sempre meglio, questo sicuramente.

Ne “Il giorno in più” ti vediamo baciare Fabio Volo con il panorama di Manhattan sullo sfondo…
Abbiamo fatto quelle scene in autunno. Sembrava già di essere dentro un film sin da quando giravamo.

Una scena di Dieci inverni

Un paio di anni fa hai lavorato dalla parte opposta del globo, interpretando “Dieci inverni” in Russia. Che ricordi hai di quella esperienza?
Ho amato molto quel film, ma allo stesso tempo si è trattata di una lavorazione molto difficile. Ricordo che io e Michele Riondino eravamo a Mosca in pieno inverno con meno trenta gradi. Stavamo sempre chiusi in casa e bevevamo vodka per riscaldarci. All’inizio il mio personaggio doveva essere una studentessa di francese. Abbiamo pensato prima alla Francia, poi alla Germania. Poi alla fine il film è diventato una coproduzione russa e abbiamo girato a Mosca. Io adoro gli attori russi, molto più degli americani. Ho visto a teatro spettacoli meravigliosi interpretati da russi. E poi la loro cultura è una delle più straordinarie, per via di come si approcciano al teatro e per la loro umiltà. La letteratura russa per me è il massimo, quella che prediligo in assoluto.

Torniamo un momento in Italia, all’epoca di “Tutta la vita davanti” vivevi tra Palermo e Roma. Adesso ti sei trasferita definitivamente nella Città Eterna?
Sì e la Sicilia mi manca, anche perché ho sempre più difficoltà a tornare. Quando sono arrivata a Roma abitavo in una casa con studenti, dove affittavo una stanza. Lo vedevo come un momento provvisorio. Vivo con un certo dispiacere il mio distacco da Palermo. D’altra parte sono stata io a volere andare via da lì, ma i miei ricordi sono più romanzati. E quando incontro siciliani, mi partono subito le lacrime…

Torniamo alla musica. Recentemente sei apparsa nel videoclip di Ligabue, “Il meglio deve ancora venire”, come è andata quella esperienza. E quanto sei rockettara nella vita?
Avevo sempre avuto il desiderio di apparire in un videoclip. Era un regalo che volevo farmi. È capitata questa occasione divertente. In quanto a Ligabue, ricordo che da piccola cantavo le sue canzoni. È stato divertente scoprire che è una persona molto intimidita dal dover recitare!

Isabella al Festival di Torino

Ti capita mai di prepararti a un ruolo ascoltando musica?
Sempre. Specialmente quando devo preparare un ruolo a teatro, la musica è essenziale. È stata la mia salvezza. Come accade a tutti gli adolescenti nel loro periodo di cambiamento, senza musica finiresti per saltare giù dal balcone! Ero alle medie quando è morto Kurt Cobain: ho avuto la fortuna di vivere la mia adolescenza nel momento di rinascita della cultura indie-underground musicale. Venivano fuori grande ondate di musicisti. È stato l’ultimo momento di sperimentazione, dal grunge all’elettronica.

Hai detto che non sei un’appassionata di commedie romantiche, ma che sei cresciuta guardandone tante. Se dovessi scegliere tra quelle o pellicole giovanilistiche come “Breakfast Club”?
Senza dubbio il secondo…
 
Il giorno in più”, in uscita il 2 dicembre, è distribuito dalla 01 Distribution. Per saperne di più, guardate la video-intervista realizzata da LaStampa.it.

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