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Il realismo dell'esorcismo

La sfida principale nella realizzazione de L'esorcismo di Emily Rose è stata quella di fare un film realistico sull'esorcismo.

emily rose

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
Presentato fuori concorso a Venezia un film americano prodotto dalla Sony Pictures è tornato sul tema della possessione demoniaca raccontando la storia vera di Emily Rose. Al lido sono sbarcati al completo cast e autori. La sfida principale nella realizzazione de "L’esorcismo di Emily Rose" è stata quella di fare un film realistico sull’esorcismo. Il regista e co-sceneggiatore Scott Derrickson pare a posto con la coscienza. “Volevo essere onesto con la prospettiva antropologica del film. Per questo noi due sceneggiatori avevamo idee opposte. Uno più scettico, io, uno più vicino alla fede. In questo modo abbiamo cercato di mostrare ambedue i punti di vista della scienza e della fede senza spingere il pubblico verso uno dei due”.

Il co-sceneggiatore e produttore Paul Harris Boardman prosegue il filo del discorso. “Abbiamo compiuto un’approfondita ricerca sull’esorcismo. Abbiamo visto documentari, letto libri per conoscere al meglio la realtà della possessione e per non fare un film come lo avrebbe fatto Hollywood ma più realistico possibile”.

In conferenza stampa aleggia chiaramente il fantasma di un’altra pellicola, L’Esorcista (il film del 1973), fin quando qualcuno non si prende la briga di nominarlo. Il regista Scott Derrickson non si tira indietro. “Eravamo consapevoli del rischio di avvicinarsi ad un film del genere cadendo nel paragone con L’Esorcista, che io considero il miglior horror di sempre. Tuttavia noi volevamo fare del realismo. Prima di girare pensavo servissero molti effetti speciali per fare un film del genere, poi invece ho visto il provino di Jennifer Carpenter, e ho pensato: Wow! Qui può fare tutto lei da sola. Bastava una bella luce fluorescente e il gioco era fatto”.

L’ispirazione di Dario Argento: bellezza da fa paura.“Tutti i film di Dario Argento mi hanno tremendamente ispirato. Soprattutto Inferno, Sospiria e Profondo rosso. Negli States manca questa voglia di combinare bellezza e horror. Forse proprio perché Argento è italiano ha potuto utilizzare questa iconografia cattolica: che può essere bella e orribile allo stesso tempo”.

Tom Wilkinson – Il prete esorcista. Occhiali scuri. Resta a lungo con le mani intorno alla testa a fissare la moquette rossa come in trance. Poi interviene ad una domanda indirizzata altrove, ma coglie l’attimo di perplessità dei colleghi. “In una provincia religiosa, con quel background, con quell’istruzione, l’unica soluzione per togliere Emily dal dramma in cui era caduta, sia che fosse di ordine psicotico, nevrotico o altro, era quella del prete. Era l’unico personaggio che in quell’ambiente avesse credibilità”. 

Laura Linney – L’avvocato. Una fan-giornalista fa i complimenti alle gambe di Laura Linney. Lei apprezza. Accavalla e scavalla orgogliosa (e ironica, sia chiaro) per ringraziare. Poi parla del suo ruolo. “Il mio personaggio cambia durante il film, ma lo fa lentamente, come è giusto che sia. Sapevo di non dover passare in modo razionale dal punto A al punto B del mio stato d’animo e penso di essere riuscita a procedere per strati successivi sovrapposti”. 

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