NOTIZIE

Il lato mostruoso di Filippo Timi

L'attore ci racconta l'esperienza sul set di "Ruggine", film che ha presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 68

Filippo Timi

02.09.2011 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato a Venezia
Una cosa è certa: “Ruggine” mette chi sta a guardare a disagio, portandoci in un posto oscuro dove le paure più terribili si manifestano. Sullo schermo i personaggi interpretati da Valerio Mastandrea, Stefano Accorsi e Valeria Solarino portano ancora nella loro anima l’amarezza e la morte che li attanaglia ormai da trent’anni. Un po’ “Mystic River”, ma alla fine più vicino a “It” di Stephen King - con i ragazzini che decidono di affrontare personalmente l’orco - il nuovo film di Daniele Gaglianone ci presenta un Filippo Timi mostruoso: “In realtà – ci spiega l’attore – non si tratta del ruolo più negativo che io abbia mai interpretato. A teatro avevo già fatto Satana nel 'Paradiso perduto' di Milton, che è ancora più nero del Dottor Boldrini del film di Daniele”.

Come si affronta un personaggio così negativo?
Con fiducia nei confronti del regista innanzitutto. È chiaro che alcune volte il rischio c’è, la paura di essere associato per sempre a quel ruolo. Per quanto io sia un cavallo matto, credo in una gerarchia piramidale sul set: per me il regista è Dio. Alcune volte non capisci quello che Dio ti chiede allora chiedi tu di essere illuminato. Devi aver fiducia nella visione del regista, che sia interessante e creativa. Con Daniele ero fiduciosissimo: sono stato io a pregarlo che prendesse me! C’è una fascinazione quando i ruoli sono così differenti da te, ho colto questa occasione al volo.

E come sei uscito da questa prova?
Affrontare questi temi ti fa sentire ancora più sensibile: oggi le mie nipotine non ne possono più delle mie coccole e sono costrette a dirmi: “Zio, ti prego, basta!”. Se creativamente ti senti soddisfatto, allora sei appagato.

Come hai lavorato con gli interpreti più piccoli sul set?
Ah! Devo dire che sono bravissimo con i bambini. Li amo. Riesco a pormi al loro livello di idiozia e ludicità. Prendete ad esempio la scena in cui afferro una bambina per la treccia: le spiegavo continuamente cosa fare ed è stato come un gioco. Dirò una cosa banale, ma è proprio vero che un attore impara dai bambini.

C’è qualche cattivo cinematografico a cui sei particolarmente affezionato?
Per me i personaggi più inquietanti sono quelli dei cartoni di Walt Disney. La strega di Biancaneve, ad esempio mi mette paura, ma anche la stessa Biancaneve! Trovo in quelle cose infantili dei personaggi che mi spaventano. Poi ovviamente amo Hannibal Lecter e la recitazione straordinaria di Hopkins. E anche i film di Hitchcock.  

Ruggine” è distribuito nei cinema da Fandango

 
Film.it vi accompagna giorno dopo giorno al sessantottesimo Festival di Venezia. Visitate il nostro speciale per leggere le recensioni, gli incontri e le interviste con attori e registi e le foto dal tappeto rosso.



FILM E PERSONE