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Il grande Al svela i segreti della recitazione

Bellissimo ed intenso incontro romano con Al Pacino che regala perle di saggezza cinematografica davanti ad una platea di centinaia di persone.

Al Pacino

23.10.2008 - Autore: Pierpaolo Festa
Di solito agli incontri stampa, ci si trova davanti una persona tutt’altro che simile ai ruoli che rappresenta sullo schermo. Ma vedere Al Pacino gigioneggiare nel modo in cui lo conosciamo al  cinema, mentre emana perle di saggezza, è uno degli eventi più unici che si siano mai visti al Festival del Film di Roma.

Il segreto per fare una grande impressione sui registi che vogliono ingaggiarti? Non presentarti ai provini!” – Pacino la mette subito sul piano ironico e poi rincara la dose, dichiarando: “Come diceva Laurence Olivier la cosa più bella di questo lavoro è il drink che ti scoli a fine giornata!”.
Con due sole battute, l’attore domina la sala e ipnotizza le centinaia di persone venute a vederlo.

Continuando a parlare di recitazione, l’attore racconta: “Una volta Francis Ford Coppola mi disse: “Da qualche parte la fuori, c’è una ragazzina di sette anni armata di videocamera che sarà la prossima Mozart del cinema”. Questo è bellissimo. Amo il mio lavoro perchè questo mondo continua ancora ad emozionarmi e sarà così finche ci sarà la possibilità di esprimersi attraverso il cinema. Più persone coinvolte in quest’arte vuol dire più opportunità e più film notevoli”.

E il pubblico continua a pendere dalle sue labbra quando racconta di quella volta che recitò col suo maestro Lee Strasberg sul set di “Il Padrino – Parte II ": “Anche lui era un attore e, nonostante fosse il mio maestro, non mi ha mai trattato con superiorità né tantomeno giudicato. Una volta, però, mi beccò in ritardo sul set. Quando arrivai, lui disse: “Tesoro, devi imparare le battute perché sei qui per recitare!”. Aveva proprio ragione, perché si tratta proprio di quello, imparare le battute… una cosa che diventa difficile quando si invecchia”.

Da più di 40 anni questo straordinario attore si divide tra cinema e teatro. Ad oggi il palcoscenico rimane il suo vero grande amore: “Sono pazzo di cinema. Io sono un performer, e adoro fare i film. Forse a volte ne faccio pure troppi… ma il teatro è la cosa più vicina alla famiglia per me. Parlo di tutto, dei suoni sul palco, della troupe, dei colleghi e anche del pubblico che sta a guardare.  È una cosa che mi stimola tanto. Sapete, forse non mi stanno bene i tempi del cinema americano. So che a dire questo non farò la felicità dei produttori, ma lavorare 14 ore al giorno non-stop non è una bella cosa. Vorrei che si facesse come in Francia: dalle 11 alle 19 con tanto di pausa!”.

E se vi chiedete se gli capita mai di rimanere intrappolato in un personaggio, lui vi risponde: “Intrappolato? L’esatto opposto… Ricordo quel giorno sul set di Quel Pomeriggio di un giorno da cani, quando mi chiamarono per girare nuove scene, dopo che avevamo già finito la pellicola. Non riuscivo a tornare nei panni di Sonny… era come se il suo spirito mi avesse abbandonato. Lo avevo interpretato per due mesi e quella volta è stata davvero dura”.

Nel corso della serata, Pacino è stato onorato col premio Marc’Aurelio d’oro alla Carriera, attribuito all’Actor’s Studio di cui è uno dei presidenti: “è un onore insolito essere premiato per questo mio legame con l’Actors Studio, non mi è mai capitato di viaggiare  per il mondo ed essere onorato per una cosa del genere. L’Actor’s Studio è totalmente libero. Ci si accede tramite un provino libero e se siete accettati si diventa membri per la vita. Grazie a questa prestigiosa scuola ho avuto delle ottime opportunità e per me, oggi, è bellissimo ritirare questo premio qui da voi a Roma, la Mecca del cinema italiano”.

In chiusura l’attore ha presentato un breve trailer del suo nuovo film, “Salomaybe?”, tratto da Salomé di Oscar Wilde. La pellicola è la terza regia di Pacino: “Ci lavoro da tre anni. Questa è una cosa venuta fuori dal desiderio di esprimere quello che dice Oscar Wilde nella sua omonima pièce. Quando ho visto per la prima volta Salomé sono stato rapito. Non sapevo neppure che fosse un'opera di Wilde e ho voluto provare a realizzare un film con quello stile. E chi sa 'Salomeybe' potrebbe venire al Festival di Roma il prossimo anno!".

 

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