NOTIZIE

I Have a Dream, parola di Michele Placido

Abbiamo incontrato il regista e attore pugliese per parlare del suo nuovo film, in buona parte autobiografico: "Il grande sogno", in arrivo nei cinema l'11 settembre. Un grande affresco degli anni della contestazione che hanno cambiato il mondo.

Il grande sogno

28.07.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Michele Placido è sempre un fiume in piena. Forse perché nel ’68 aveva 22 anni e quegli anni li conosce bene. Prima di parlare del film ci dice subito: “Se oggi c’è Barack Obama come Presidente degli Stati Uniti lo si deve alla rivoluzione mondiale che è avvenuta nel 1968. In quell’anno è morto Martin Luther King, colui che aveva ‘un sogno’, e ora parte di quel desiderio si è avverato. In America c’è un Presidente di colore”. “Il grande sogno”, in uscita l’11 settembre, è la storia di come l'attore e regista visse quegli anni. Nel 1967 dalla Puglia si trasferì a Roma ed entrò in polizia e durante i famosi scontri di Valle Giulia era uno di quelli impegnati a manganellare gli studenti. Contestazioni però che lo colpirono talmente tanto da aprirgli gli occhi. E a quel punto cominciarono a definirsi i contorni del sogno che Placido ragazzo si portava dentro, quello di diventare un attore e riuscire a fare il salto di qualità lasciando la polizia e frequentando l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. E così andarono le cose.

Luca Argentero Riccardo Scamarcio Michele Placido

E’ un film davvero impegnativo quello che ho realizzato - ci dice Placido - e sono molto soddisfatto del risultato. Non è un film nostalgia sul ’68 e diretto ai sessantottini di allora, l’ho fatto per i ragazzi di oggi. Riccardo Scamarcio è Nicola, cioè me da giovane, poliziotto arrivato da un paesino pugliese nella Capitale. Jasmine Trinca è Laura, una ragazza volitiva, di estrazione cattolica, poco incline alla sbornia marxista, Margherita Buy e Massimo Popolizio sono i suoi genitori e Luca Argentero è Libero, il leader carismatico, l’intellettuale che viene dal nord”. Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a raccontare quel periodo così difficile e contraddittorio? Proprio quello che avete detto – continua Placido – Il ’68 è stato un fenomeno mondiale che coinvolse milioni di giovani motivati a contestare una società ingiusta e mobilitati a denunciare delle guerre orrende come quella del Vietnam. E’ stato un’onda travolgente, un movimento straordinario di libertà che sconvolse gli equilibri, ruppe le convenzioni. Oggi i giovani mi sembrano non credere più a nulla. Mi auguro che cambino atteggiamento, soprattutto per il mio Sud, dove tra mafia e camorra pare che non sia successo nulla e si continua a votare sempre allo stesso modo. Forse un nuovo ’68 sarebbe necessario”.

Il grande sogno Jasmine Trinca Riccardo Scamarcio

Il grande sogno” è l’altro candidato italiano insieme a “Baarìa” di Giuseppe Tornatore per il concorso della 66° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ma ci ferma Placido: “Non mi è arrivata nessuna telefonata ufficiale da Marco Müller. Comunque magari sarei felicissimo se il film andasse al Festival”. Per averne conferma dobbiamo attendere il 30 luglio quando ci sarà la conferenza stampa di Venezia e verrà reso noto il programma. “Ci tengo a precisare – conclude Placido – che l’ambizione del film è di essere una ‘commedia’ corale su un periodo tumultuoso e sbandato, anche divertente, pieno di musica e citazioni cinematografiche. Per dire com’eravamo, cosa pensavamo, perché ci ribellavamo. Senza dimenticare che l’entusiasmo generale e libertario sfociò, per molti, nella pratica cupa del terrorismo. Ma quello è un altro film”.

Per saperne di più:
Il trailer de Il grande sogno
Le foto di Luca Argentero
Baarìa, la Sicilia di Tornatore apre Venezia



FILM E PERSONE