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I De Sica raccontano i De Sica

Brando De Sica presenta in concorso "Parlami di me" trasposizione cinematografica dello spettacolo portato a teatro dal padre Christian che a sua volta ricorda il padre Vittorio.

Parlami di me

24.10.2008 - Autore: Ludovica Sanfelice
E' un Christian De Sica inedito, ironico, nostalgico ed energico quello che calca il palcoscenico per parlare di sè, del mestiere dell'attore e del rapporto con il padre Vittorio. E dietro la macchina da presa, a registrare lo spettacolo teatrale scritto da Enrico Vaime e Maurizio Costanzo, c'è Brando, il figlio ventiquattrenne di Christian. Un affare di famiglia, visto che la versione filmata dello show è prodotta da Silvia Verdone, moglie di Christian, madre di Brando e, già che ci siamo, figlia di Mario e sorella di Carlo.

Il film viene presentato in anteprima all'interno della Selezione Ufficiale, quella competitiva, al Festival di Roma. E Brando scherza dicendo che più che i critici a giudicare il film dovrebbero essere chiamati gli psicoanalisti. E' giovanissimo, entusiasta, emozionato e grato per la grande opportunità che gli è stata concessa.

La regia di “Parlami di me” è stata l'occasione per esordire con un bel paracadute. L'ambiente familiare era un nido caldo da cui spiccare il salto. Ma alle accuse di nepotismo risponde: “Quando entriamo in un ristorante e leggiamo che l'esercizio è nato nel milleottocentosettanta riteniamo sia una garanzia di qualità, perchè non può succedere lo stesso con la tradizione cinematografica? In America, dove ho studiato, clan come i Fonda, i Barrymore o i Coppola sono amati, rispettati e trattati come l'aristocrazia dell'industria. In Italia i pregiudizi sono più forti e mi domando: se noi 'figli di' non possiamo lavorare dobbiamo chiedere una sovvenzione allo Stato per vivere? Me ne sono andato da questo paese e ho studiato per tornare con le spalle più forti e tutti gli strumenti tecnici per non lasciare spazio a simili giudizi”.

Non ha problemi e anzi è con slancio romantico e bambinesco che parla del padre e del nonno che ha conosciuto solo attraverso i racconti, gli oggetti e i film. Questo lavoro infondo è una lettera d'amore rivolta a loro ed è il frutto di ricordi privati. Sono i De Sica che raccontano i De Sica.

Christian invece sottolinea con sarcasmo la beffa di un destino che da “figlio di” finirà per trasformalo in “padre di”. E per non pensarci canta, balla e porta in scena il peso a la bellezza del suo cognome.

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