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I B-movies travolgono Venezia
Mentre "Ovunque sei" è sullo schermo, uno spettatore si alza e grida: "Basta! Fateci vedere "Orgasmooo"!" A Venezia i B-movies italiani impazzano in una rassegna di cui Tarantino non perde un solo titolo. Di fronte a Placido & co, il grido 'fantozziano' è fin troppo poco...

06.09.2004 - Autore: Leonardo Godano e Matteo Nucci
VENEZIA. E meno male che ci sono loro! Li definivano di serie B, anzi neppure ne dicevano la serie. Erano filmacci. E ora tornano sul grande schermo, vengono glorificati e ripercorsi nella brillantezza delle idee, nelle trovate geniali, in tutto quel che avrebbe poi ispirato il genio di registi ‘quotati’ - americani o giapponesi che siano. È il trionfo dei B-movies italiani in una rassegna che sta colpendo Venezia. Non solo, certamente, per la presenza costante del cinefilo più esaltato: Quentin Tarantino. Ma indubbiamente per la qualità, la ricchezza, l’intelligenza di film al cui confronto molti dei lungometraggi sbarcati al Lido procurano soltanto imbarazzo.
Ecco quel che è successo ieri in Sala Perla, verso le undici e venti circa. Sullo schermo Violante Placido e Accorsi si esibiscono nell’ennesima battuta tra il ridicolo e il grottesco, i nervi saltano. Una voce strozzata grida: “Basta! Basta co’ sta boiata! Fateci vedere Orgasmoooooooooo!”. Tra le risate generali e il consenso e la complicità e un sentire comune che ha rapito la sala intera, la battuta non era affatto soltanto ‘fantozziana’ perché “Orgasmo” di Umberto Lenzi in confronto è un capolavoro da Oscar. Ma non solo nel confronto indecoroso, ovviamente “Orgasmo” è un bel film. Tarantino - Barbara Bouchet al suo fianco - se lo gustava rapito, mentre Joe Dante non staccava gli occhi dallo schermo.
E che dire di questi professionisti, di questi appassionati… Raccontare la conferenza stampa in cui Tarantino e Dante hanno parlato delle proprie passioni non è roba facile. Perché erano passioni vere! Tarantino: “È come entrare in un negozio di cioccolatini venire qui. Era una vita che aspettavo di vederli tutti insieme…” Ed è vero, nulla da dire. Tarantino fa costantemente notte in Sala Perla dove si trasmettono i film dei suoi eroi: Di Leo, innanzitutto, eppoi il Martino de “Lo strano vizio della signora Wardh”, eppoi Castellari, Fulci, Freda, Collima, Cottafavi. Da quello che fu chiamato il ‘poliziottesco’ agli spaghetti western che racconta Tarantino come un fiume in piena in Giappone chiamano ‘maccheroni western’. “Ne vanno pazzi. Sono entrato in una videoteca e c’era tutto, ma proprio tutto: il sogno di un collezionista. E non eravamo in Italia, né in America, ma in Giappone!”
Roba da puri collezionisti? Da appassionati? Da revival cult in adorazione del trash? Manco a parlarne. Quel che colpisce ascoltando Dante e Tarantino è il valore di quei film, riconosciuto ampiamente da molti altri ‘grandi’ meno sospettabili, come Scorsese e Demme. “Scorsese - che credete? - sarebbe venuto subito se avesse potuto!” “Bava è l’Hitchcock italiano” “L’emozione indimenticabile che provai la prima volta davanti a ‘Profondo Rosso’…” “Barbara Bouchet è qui, è viva! E io che credevo di non poterla incontrare?! Mi sembrava un personaggio fantastico, ma irreale. E invece, dio, eccola!” Tanto per dire qualcosa sulla passione… Altro che chiacchiere! La Bouchet parla di Di Leo e racconta dei film interpretati, ma non ricorda un titolo, esita, allora interviene subito Tarantino con la foga di un bambino che sente nominare i suoi eroi e snocciola subito il titolo esatto…
Queste sì che sono conferenze stampa! Dove percepisci l’amore sconfinato, la voglia, il desiderio di dire tutta la verità e parlare di cose che ami perché trovi sinceramente belle. Così, forse, il Fantozzi della Corazzata Potemkin viene fuori davvero e finalmente nella sua più pura altezza. Non si tratta di volere “Orgasmo” al posto di “Ovunque sei” ma di gridare, durante un’ovattata conferenza stampa in cui minime critiche logorano i nervi dei grandi sceneggiatori, del magnifico regista e degli straordinari interpreti, gridare forte e gridarlo in maniera liberatoria. “Ovunque sei” al posto della celebre Corazzata… E non per vedere Giovannona o Orgasmo, ma perché sì, non ci sono dubbi, è proprio quello l’unico aggettivo possibile!