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"Gong dong kyung bi gu yuk JSA"
"Gong dong kyung bi gu yuk JSA"

13.02.2001 - Autore: Andrea Nobile
Gong dong kyung bi gu yuk JSA, presentato in concorso, é un film spiazzante. Per il primo quarto é un classico film di investigazione in ambiente militare, anche piuttosto banale. Poi, al momento della morte del soldato Nam Sun-Shik, comincia un lunghissimo flashback che muta completamente il registro e la natura stessa del film. Per circa un\'ora lo spettatore entra in un\'altra sala, dove solo l\'ambientazione é la stessa ma il tono é decisamente da commedia, a volte addirittura comico. Sembra quasi che, improvvisamente, il Kitano di Sonatine abbia preso in mano le redini del film, salvo cederle di nuovo al legittimo proprietario nel finale. Legittimo proprietario che risponde al nome di Park Chan-Wook, regista sudcoreano, alla terza prova dopo due film di carattere decisamente sperimentale.
Gong dong kyung bi gu yuk JSA in patria ha battuto ogni record di spettatori, e non é difficile immaginare il perché, andando ad indagare passato e presente delle due Coree. Ad uno sguardo poco patriottico non si tratta di un film pienamente riuscito, e si nota troppo la differenza tra i due diversi registri utilizzati. Eppure la storia della progressiva fraternizzazione dei soldati nemici é davvero esilarante. Perfino la platea di giornalisti, che in parte aveva abbandonato la sala dopo la prima mezz\'ora non esaltante, ha poi rumorosamente apprezzato l\'umorismo del film, passando alla fine anche sopra un finale di nuovo non all\'altezza.
La trama
Panmunjom é un villaggio situato proprio sul confine che separa le due Coree. I soldati si fronteggiano a pochi metri l\'uno dall\'altro. La tensione é davvero alta e a simboleggiarla c\'è il ponte di non ritorno, un piccolo ponte di confine dove avviene un incidente che minaccia di avere gravi ripercussioni. Due soldati del nord vengono uccisi nel loro posto di guardia e i sospetti si accentrano su un soldato del sud, Lee Soo-Hyuk (Lee Byung-Heon), trovato ferito proprio sulla linea di confine, al centro del ponte. Le due Coree si accusano l\'un l\'altra e invocano l\'intervento della NNSC, una forza di pace composta da stati neutrali. Sophie E. Jean (Lee Young-Ae) é incaricata di seguire il caso, e sembra la persona più adatta: é un capitano dell´esercito svizzero ma suo padre era coreano. Aiutata da un capitano svedese (Herbert Ulrich), Sophie deve affrontare la ostinata reticenza sia di Lee Soo-Hyuk che del sergente Oh Kyung-Pil (Song Kang-Oh), l\'unico sopravvissuto nel posto di guardia.
Cercando tra mille difficoltà di vincere le difese dei due uomini, Sophie si trova presto davanti ad una situazione più complessa del previsto, che il suicidio del principale testimone, il soldano Nam Sun-Shik, non fa che rendere ancora più ingarbugliata. Fino a che non saranno messe in gioco le origini stesse di Sophie, che a questo punto dovrà ritirarsi dall\'incarico, non senza però aver scoperto la verità o almeno quella che lei crede tale.