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Ferzan Ozpetek

Note biografiche dei componenti della Giuria internazionale della 64ma Mostra di Venezia.

Ferzan Ozpetek

27.07.2007 - Autore: La redazione
Nato a Istanbul, nel 1959, Ferzan Ozpetek, regista di emozioni e passioni forti, con sei film in dieci anni ha fatto irruzione nel recente paesaggio cinematografico italiano e mondiale. Maestro nell'accostare culture e mondi apparentemente distanti tra loro, Ozpetek è convinto assertore dell'arricchimento derivante dall'incontro pacifico e dall'integrazione fra "diversi", siano essi culturali, sociali o sessuali.

Arrivato in Italia per studiare Storia del Cinema all'Università La Sapienza di Roma nel 1978, frequenta i corsi di Storia dell'Arte e del Costume all'Accademia di Navona e quelli di regia all'Accademia d'arte drammatica “Silvio D'Amico”. Dopo aver collaborato con Julian Beck e il Living Theatre, inizia nel 1982 l'attività di aiuto-regista, prima con Massimo Troisi e poi con Maurizio Ponzi per quasi tutti i suoi film successivi, nonché con altri cineasti come Lamberto Bava, Ricky Tognazzi, e Marco Risi.

Viene incoraggiato e aiutato a compiere il passo verso la regia da Gianni Amelio ed Elio Petri. Ma è proprio Marco Risi, con la sua casa di produzione, la "Sorpasso Film", a produrre la sua prima opera: Il bagno turco (Hamam, 1997), vero e proprio omaggio alla terra d'origine del regista, con Alessandro Gassman nei panni di un architetto sposato, sconvolto dalla scoperta di un mondo culturale e sessuale completamente nuovo per lui. Il film, presentato a Cannes alla Quinzaine des Realisateurs, riscuote immediatamente un grande successo di critica e di pubblico sia in Italia (la pellicola ottiene 3 Globi d’oro e i produttori Marco Risi e Maurizio Tedesco vengono premiati con il Nastro d’argento), sia all’estero (numerosi i premi nei maggiori festival della Turchia).
A questo seguirà Harem Suaré (1999), che racconta le vicende storiche, fortemente romanzate, dell'ultimo harem del sultano turco.

La vera scoperta di Ferzan Ozpetek da parte del pubblico italiano avviene però con Le fate ignoranti (2001), intensa pellicola con Margherita Buy e Stefano Accorsi, che narra l’incontro di una donna - che ha da poco perduto il marito - con il giovane amante di quest’ultimo e con il gruppo di persone a cui egli è legato. Questo nuovo ambiente le insegnerà a guardare oltre i pregiudizi, e a vivere più intensamente.  Il film, sorretto dall'accoppiata di produttori e sceneggiatori Tilde Corsi e Gianni Romoli, fa il giro del mondo dopo la presentazione al Festival di Berlino. Ottiene numerosi premi in Italia – tra cui 4 David di Donatello, 3 Nastri d’argento, 3 Globi d’oro – e incassa al botteghino circa 10 milioni di euro, consacrando Ozpetek nell'Olimpo dei nuovi registi emergenti.

Grandissimo il successo anche del successivo La finestra di fronte (2003) con Giovanna Mezzogiorno, che racconta la presa di coscienza di una donna, anche grazie all’incontro con un anziano signore (il compianto Massimo Girotti), che ha perso la memoria. La pellicola diventa uno dei maggiori successi di pubblico e di critica del 2003 e conquista molti premi: 5 David di Donatello, 3 Nastri d’argento, 4 Ciak d’oro, 3 Globi di cristallo al Festival di Karlovy Vary, il premio come miglior film e il premio come “Maestro emergente del cinema internazionale” al Festival di Seattle 2004.
Nel 2004 fa discutere Cuore sacro, che narra il percorso di scoperta di sé da parte di una giovane speculatrice edilizia, interpretata da Barbora Bobulova, che rischia di trasformarsi in un viaggio nella “follia” dell’altruismo e del bene.
Segue Saturno contro (2007), che dimostra ancora una volta la capacità del regista di mescolare in un equilibrio perfetto poesia e verità, e di dirigere e amalgamare con finezza formale e garbo stilistico cast di attori eterogenei. Il film ottiene 8 nomination ai David di Donatello (aggiudicandosene uno grazie ad Ambra Angiolini come miglior attrice non protagonista), 4 Nastri d’argento (per la sceneggiatura, l'attrice protagonista Margherita Buy, l’attrice non protagonista Ambra Angiolini e la migliore canzone originale, “Passione” di Neffa), 5 Globi d’oro della stampa straniera (miglior regia, migliore attrice a Margherita Buy e miglior attrice rivelazione ad Ambra Angiolini, miglior sceneggiatura a Ozpetek e Romoli, miglior musica a Neffa), 2 Premi Flaiano (migliore regista a Ozpetek e miglior attrice ad Ambra Angiolini), 4 Ciak d'oro tra cui il premio per la miglior regia, il premio alla miglior attrice rivelazione a Ambra Angiolini e il Ciak d'oro alla carriera a Milena Vukotic. A giugno il Napoli Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva completa.

Nel 2008 è atteso il suo nuovo film, Un giorno perfetto, tratto dal romanzo di Melania Gaia Mazzucco, storia corale di diverse umanità che si incrociano nella Roma odierna. Il titolo è una citazione della canzone di Lou Reed “Perfect Day”.