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Da Mary Poppins a Scarlett

Presentato a Venezia esce venerdì nelle sale "The Nanny Diaries", versione aggiornata del mito della Tata che si ispira stranamente al "Diavolo veste Prada"

Diario di una tata

28.11.2007 - Autore: Gabriele Marcello
   

  I tempi, come si sa, cambiano, ma le necessità rimangono e, quindi, ecco The Nanny Diaries, versione  aggiornata del mito della Tata.

Il film, in realtà, ha poche parentele con la pellicola della Disney e molte di più con il caustico e delizioso Il diavolo veste Prada (non a caso uno dei personaggi è intento nella lettura del libro di Lauren Weisberger in una scena). Guarda caso anche questa pellicola è tratta da un omonimo libro di  Emma McLaughlin e Nicola Kraus, vere tate che hanno avuto l’incubo di accudire i figli di depresse schizoidi in quel di Manhattan. Ma anche il libro aveva un punto di riferimento che è Sex and the City: studiare la professione di bambinaia sotto i versante antropologico.

   

Se svelassimo il finale  nessuno andrebbe a vedere il film, dal momento che è una copia spiccicata de Il diavolo veste Prada. Qui Annie, li Andy sono delle provincialotte cafone che arrivano in città  e devono coronare il loro sogno. Andy si scontra con Miranda, Annie con Mrs X: le donne mature (anagraficamente) sono due magnifiche stronze di i classe che sanno come ridurre la tua esistenza al limite del suicidio. Le fanciulle hanno poi intrallazzi sentimentali, che a causa del lavoro sembra si spezzino, ed infine  trionferanno sulle vecchie babbione. Fin qui siamo nei pressi del calco fotografico: New York, bei quartieri, bella gente, improbabili riunioni per mamme e tate. Si  aggiunge l’espediente dell’antropologia, visto che la protagonista vorrebbe studiarla all’università, e il film tenta di divenire una critica sociale in cui si prende di mira il fashion chic dei borghesi americani e le nevrosi compulsive del vivere moderno.