
Questa e’ la premessa di “Thirst”, il nuovo film di Park Chan-Wook presentato in Concorso alla 62sima edizione del Festival. Sangue, sentimenti e qualche risata, ecco il nuovo melodramma vampiresco messo in scena dal regista di "Old Boy" che questa volta sceglie un sacerdote come antieroe horror: “Se il Vaticano fosse interessato al mio film un po’ come lo e’ stato con quello di Tom Hanks, sarei davvero contento – dice il regista - Il mio eroe e’ un prete e la mia idea non e’ quella di criticare la religione, che in realtà rispetto molto. Ho pensato a un prete, perché stavo cercando un personaggio puro, il più umano che la nostra società possa avere. Un uomo la cui vita è interamente dedicata agli altri… e che, improvvisamente, ha bisogno di bere del sangue per sopravvivere… ero davvero curioso riguardo ai dubbi che avrebbe sollevato”.

In una stagione cinematografica dove i vampiri sono i personaggi piu amati sul grande schermo (pensiamo a "Twilight" e allo svedese "Lasciami entrare"), lo scopo di Park era quello di trovare una sua prospettiva personale in questo genere di film: “Sono dieci anni che mi dedico al progetto – continua il regista - e il mio scopo principale era quello di evitare qualsiasi cliché del genere vampiresco, tipo crocifissi o aglio. Ne’ tantomeno mostrarli affascinanti come in Intervista col vampiro… volevo, invece, che fossero totalmente reali, specialmente dal punto di vista scientifico”.

La pellicola divide la critica e aumenta di qualche grado il termometro dello scandalo qui a Cannes, specialmente grazie ad una sequenza d'amore e morsi... tuttavia il regista sdrammatizza: “Si, abbiamo usato tantissimo sangue, e ci sono tante scene violente nel film, ma personalmente, quando vedo queste sequenze sullo schermo, scoppio a ridere”.