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Cannes: onore a Bernardo Bertolucci

Il nostro incontro con "Le Maestro", premiato al Festival con la Palma d'oro alla carriera

Bernardo Bertolucci

11.05.2011 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
“Sono già stato a Cannes altre volte, ma oggi non è una giuria a darmi il premio per un film, lo hanno voluto Gilles Jacob e Thierry Frémaux, è stato il Festival a volerlo”. E’ emozionato Bernardo Bertolucci in questo primo giorno del sessantaquattresimo Festival di Cannes, quello in cui riceve la Palma d’oro alla carriera, premio che a partire da questa edizione sarà assegnato ogni anno: “Questo premio è per tutti i film che ho fatto, sono emozionato perché lo riceverò dalle mani del presidente di giuria Robert De Niro: quando con Bob abbiamo fatto ‘Novecento’, eravamo giovanissimi. Bob è laconico, non parla più di tanto, conosco giornalisti che hanno fatto delle interviste con lui e che sono rimasti disperati perché lui è tutt’altro che un chiacchierone!”.

Il regista si dimostra anche molto ironico riguardo la sua condizione fisica: “Questa sera presenteranno una versione restaurata de ‘Il conformista’, a Bologna hanno fatto un gran lavoro di restauro, mi domando se qualche cineteca invece dei film voglia restaurare me… sarebbe fantastico”. E continua: “La prima volta che sono stato a Cannes il mio film ‘Prima della rivoluzione’ è stato presentato alla Settimana della Critica. I giornalisti italiani lo avevano massacrato, i francesi invece lo hanno amato molto. Sono tornato sulla Croisette per ‘Novecento’, un film che io stesso non ho voluto presentare in Concorso. Ricordo che all’epoca il presidente di giuria era Costa Gavras: ‘Perché non sei in concorso? – mi ha chiesto – Ti avremmo certamente assegnato la Palma d’oro!’”.

Bernardo Bertolucci a Cannes 64

Bertolucci si appresta a tornare dietro la macchina da presa molto presto, debuttando nel 3D: “Negli ultimi cinque anni, ero convinto che non avrei più girato film a causa della mia condizione fisica, pensavo di essere arrivato alla fine. Lo scorso anno, invece, ho capito che, nonostante sia su una sedia a rotelle, mi sento ancora come se mi trovassi su un dolly! Ho letto ‘Io e te’ di Niccolò Ammaniti e mi è piaciuto perché tutto ha luogo in una cantina con due personaggi, un ragazzo di quattordici anni e la sorellastra di venticinque. Ho visto ‘Avatar’ e lo ho amato: sono rimasto affascinato dal 3D, una tecnologia al momento esclusiva del cinema di fantascienza e horror. A quel punto ho pensato: ‘Non sarebbe fantastico avere ‘8 e mezzo’ di Fellini o ‘Persona’ di Bergman in 3D?’ Ho cominciato a fare alcuni test, e quando ho visto ‘Pina’ di Wim Wenders ho capito che anche io avrei girato in 3D”.

Inevitabile chiedere al maestro dei suoi ricordi su “Ultimo tango a Parigi”: “Per circa un anno ho perso la testa! Quel film è stato un successo mondiale, volevo rimanere con i piedi per terra, ma era impossibile non perdere la testa. Penso che la pellicola sia invecchiata bene: Brando mi ha dato tantissimo, alla fine delle riprese non voleva più vedermi, perché ha capito di essersi aperto tantissimo per me”.

Bernardo Bertolucci a Cannes 64

E il regista usa anche parole di entusiasmo per il cinema italiano: “Possiamo parlare di cinema nuovo italiano, penso che sia un buon momento. Il nostro cinema ha sempre sofferto questa pesante eredità del neorealismo, per questo i film sono sempre stati realizzati secondo una stessa formula. Oggi con Garrone, Sorrentino e Crialese abbiamo finalmente una novità. Loro lavorano tantissimo sulla struttura, sul linguaggio, su cose che non sono solo la storia che stanno raccontando”.


Vi ricordiamo che noi di Film.it vi racconteremo il Festival di Cannes giorno dopo giorno: vi invitiamo dunque nel nostro speciale Cannes 64, per una sana overdose cinematografica
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