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Cannes: lunedì d'autore

Dopo il week-end trascorso all'insegna della spettacolarità e degli effetti speciali, il concorso ci riserva la giornata forse più succosa dell'intero festival con Lars Von Trier e David Cronenberg

MANDERLAY

16.05.2005 - Autore: Adriano Ercolani
Dopo il week-end trascorso all’insegna della spettacolarità e degli effetti speciali, il concorso ci riserva la giornata forse più succosa dell’intero festival. Vengono presentati infatti il secondo capitolo della trilogia sulla società americana di Lars Von Trier, “Manderlay” (id., 2005), ed il nuovo film di David Cronenberg, “A History of Violence” (id., 2005). Dopo le polemiche e la genialità di “Dogville” (id., 2003), il regista danese racconta il seguito delle (dis)avventure di Grace, questa volta interpretata da Bryce-Dallas Howard che ha preso il posto della Kidman. Anche James Cann è stato sostituito da Willem Dafoe. Stesso impianto scenografico del precedente – ma stavolta l’ambientazione è una cittadina schiavista dell’Alabama –, stesso metodo di riprese, ovviamente stessi problemi sul set: sembra che stavolta a d abbandonare le riprese sia stato John C. Reilly, che si è opposto ad una scena in cui veniva abbattuto un povero asino…”Manderlay” è il settimo film di Lars Von Trier presentato sulla “Croisette”, dove il regista ha guadagnato numerosi riconoscimenti, ultimo tra tutti la meritatissima Palma d’Oro per “Danner in the Dark” (is., 2000).
Anche la nuova pellicola di David Cronenberg non sembra voler risparmiare dibattiti e polemiche. Con “A History of Violence” il maestro canadese racconta infatti di un padre di famiglia che per proteggere i suoi cari da un malvivente è costretto all’assassinio per legittima difesa: questo però lo trasformerà in una specie di eroe nazionale, minandone profondamente le convinzioni etiche. La pellicola, a detta di molti una delle favorite per la vittoria finale, è interpretata da attori del calibro di Willian Hurt, Ed Harris, Maria Bello e soprattutto Viggo Mortensen, chiamato qui alla prima grande prova di raggiunta maturità attoriale dopo il successo planetario dell’Aragorn del “Signore degli anelli” (Lord of the Rings, 2001) di Peter Jackson.
Nelle sezioni collaterali del festival, vogliamo infine segnalare la presentazione del nuovo film del prolifico e sempre interessante Francois Ozon, “Le Temps Qui Reste” (id., 2005).