
Il regista austriaco racconta la storia dei ragazzi del coro di una chiesa gestita dal maestro elementare del villaggio e dalle loro famiglie. Strani eventi accadranno nel giro di poco tempo e c'è chi pensa che si tratti di un qualche rituale di punizione... chi c'è dietro tutto? “Ho dedicato al progetto oltre dieci anni – dichiara Haneke - Ero molto interessato a presentare un gruppo di ragazzini ai quali vengono imposti valori assolutisti, e mostrare il modo in cui interiorizzano questo assolutismo. Il mio punto era mettere a fuoco le conseguenze: ovvero tutte le forme di terrorismo”.

A proposito dei temi del suo film, il regista continua: “Se l'assolutismo fosse applicato ad un ideale, sia politico che religioso, allora quell'ideale diventerebbe devastante. All'inizio ho anche pensato di chiamare il film “La mano sinistra di Dio”. Perché questi bambini credono di essere proprio così: hanno capito le leggi e le hanno seguite alla lettera. Ed è così che diventano carnefici di coloro che non condividono gli stessi ideali. Ecco come si crea il terrorismo. Il film non deve essere soltanto considerato come una pellicola sul nazismo, riguarda proprio tutti”.

E per quanto riguarda la violenza ,che è un marchio di fabbrica della sua filmografia, Haneke aggiunge: “Penso che tutti i miei film mostrino la violenza. Nella società moderna, non c'è modo di evitare questo problema”. E ritornando con pensiero al poco fortunato remake americano di “Funny Games”, il regista conclude: “Lavorare in America è stata un'eccezione e mi auguro che sarà l'ultima”.
“Il nastro bianco” sarà distribuito in Italia dalla Lucky Red.