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Cannes: amore e morte secondo Gus Van Sant

Il regista, vincitore della Palma d'oro per "Elephant", torna sulla Croisette con la love story "Restless"

Gus Van Sant

13.05.2011 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
Arriva insieme a Bryce Dallas Howard e Mia Wasikowska, Gus Van Sant, in occasione della presentazione di “Restless” nella sezione Un Certain Regard di Cannes 64 (qui la nostra recensione del film). 

“La prima volta che sono stato a questo festival risale al 1995, quando ho presentato ‘Da morire’ – ricorda il regista – questa volta non sono in Concorso e devo dire che mi piace rimanere fuori dai giochi competitivi, fomentati dalla stampa che spesso vede questa manifestazione come un evento sportivo”.

Gus Van Sant e Mia Wasikowska

La sua love story dark, finanziata dalla Imagine Entertainment di Ron Howard e Brian Grazer, passa attraverso la morte per dirigersi però verso la luce in fondo al tunnel: “Come in ‘Will Hunting’, anche questi protagonisti hanno la stessa età di quei personaggi e situazioni familiari molto particolari. Il film con Matt Damon ha segnato la prima volta che mi immergevo in una certa positività, io che fino ad allora ero un fuorilegge che realizzava pellicole come ‘Drugstore Cowboy’, ‘Belli e dannati’ e ‘Cowgirls’. Ricordo che quando dovevo girare quel film, non mi sentivo all’altezza di farlo. Per questo ho accettato, l’ho vissuta come una sfida. Da allora sono tornato altre volte a raccontare storie positive”.

Bryce Dallas Howard, produttrice di Restless

"Questo film differisce dai miei film precedenti - continua il regista - soprattutto nel modo in cui ho lavorato con la macchina da presa. Di solito sono abituato a seguire i miei personaggi alle spalle, questa volta ho applicato diversi tagli, perché la cosa più importante era il dialogo. Quando ho fatto ‘Gerry’, ‘Last Days’ o ‘Elephant’ mi sono ispirato a veri eventi di cronaca allo scopo di realizzare pellicole di indagine, questa volta era diverso: non una cronaca, ma una storia d’amore che pone delle domande”.

Mia Wasikowska, ex musa di Tim Burton, afferma che “Il set di Gus è un luogo molto calmo, dove ti senti al sicuro e libero. Noi attori siamo stati coinvolti da lui in tutto il processo creativo”. E Van Sant, però, confessa: “Sin da quando ho fatto film a scuola, uno dei trucchi per riuscire era farla sembrare una cosa non troppo angosciante. Per me è importantissimo creare un’atmosfera di relax, un metodo seguito anche da Clint Eastwood. Questa è la cosa più importante, ma vuol dire che a volte anche io devo recitare, perché dentro di me non sono poi così calmo!”. 



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