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Cannes 63: La speranza secondo Iñárritu

Il regista presenta al Festival lo struggente "Biutiful", quel che secondo lui è il suo film più positivo. Lo abbiamo incontrato insieme al protagonista Javier Bardem.

Alejandro Gonzalez Inarritu e Javier Bardem

17.05.2010 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
Al suo quarto lungometraggio da regista Alejandro Gonzàlez Iñárritu arriva al Festival di Cannes per la prima volta senza il suo sceneggiatore di fiducia Guillermo Arriaga, con cui pare abbia avuto da ridire nell’ultimo periodo. Le due ore e dieci minuti di “Biutiful” (il nuovo dramma che ha scritto, prodotto e diretto) sono un pugno allo stomaco per lo spettatore. Seguire Javier Bardem nel suo viaggio oscuro tra gli ambienti più squallidi di Barcellona non è certo un’impresa facile, eppure il regista messicano assicura: “Posso dire che questo è il film con il più alto livello di speranza tra quelli che ho fatto. Penso che il problema della nostra società sia proprio l’odio, è sempre più difficile perdonare. Ho cercato di mettere in scena questa tematica”.

Al suo fianco, Javier Bardem (la cui performance è stata applaudita durante la proiezione stampa) racconta: “Lavorare con Alejandro è stata un’esperienza intensa e ricompensante, perché mi ha permesso di esplorare nuovi luoghi oscuri, posti in cui un attore dovrebbe spingersi. Questo film è un viaggio che esplora la corruzione e lo sfruttamento e i loro effetti sulla società e sul mio personaggio che vive una lotta interiore”.
A proposito della sua propensione per ruoli struggenti, Bardem continua: “Non è che preferisco interpretare personaggi drammatici: non dipende dal genere di film, voglio partecipare ad un’esperienza che abbia un significato. Non ho mai fatto commedia, avevo un taglio di capelli buffo in uno dei miei film più recenti (il capolavoro “Non è un paese per vecchi” per il quale ha vinto l’Oscar, n.d.r), ma lì dovevo uccidere la gente in ogni scena! Non la definirei proprio una commedia!”.

Javier Bardem

A proposito di “Biutiful”, Iñárritu continua: “Dopo aver girato il mondo con ‘Babel’, ero esausto. Mi ero promesso di realizzare un film con un’unità di luogo e una unica storia. Lo scopo era quello di trovare un modo semplice per esprimere una storia complessa. È stato difficile, anche questo è stato un esercizio complicato. Ho provato a creare qualcosa che non avevo mai fatto, e allo stesso tempo c’è sempre il richiamo ai temi presenti nel resto della mia filmografia. Sono questi film che a me piace fare e non credo di volerne fare di altro tipo”.

“Biutiful percorre un flusso di oscurità – afferma Iñárritu – Però il personaggio interpretato da Javier ha una certa purezza. A tratti è quasi un santo. Volevo raccontare un’esperienza intima. Un qualcosa che si vede sempre meno al cinema: per me era una scommessa provocatoria”.


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