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Cambio d'indirizzo

Cannes 2006 ci regala questa piacevole commedia sentimentale parigina, dove l'amore non è una cosa scontata e la parte più bella è riuscire ad ottenerlo

Cambio di indirizzo

12.04.2007 - Autore: Fabia Fleri
  David (Emmanuel Mouret) è un musicista un po’ imbranato e troppo incantato dal fascino femminile che cerca casa a Parigi; incontra Anna (Frederique Bel), che gli propone di condividere l’affitto del suo strano appartamento. David per lavoro impartisce lezioni private di corno, e non riesce a fare a meno di innamorarsi della sua giovanissima nonché bellissima allieva Julia (Fanny Valette). Attraverso l’aiuto della sua nuova amica Anna cercherà di conquistarla, ma per farlo ci vorrà molta pazienza…

Questa “fantasia amorosa” può apparire alle volte un po’ troppo naif, ma riesce a riscattarsi con qualche battuta inattesa che trasmette il vero spirito agrodolce delle disavventure del povero e fin troppo rassegnato David. In effetti il protagonista è un po’ una via di mezzo tra Woody Allen e Alice del paese nelle meraviglie, con quella sua testarda, innocente volontà di trovare un senso a qualsiasi dei suoi assurdi dialoghi con la sua coinquilina, che tra l’altro ricorda invece terribilmente l’impareggiabile Phoebe della serie televisiva “Friends”, e purtroppo il paragone non le giova. Forse il film risente del doppiaggio in italiano, che arresta un po’ la sveltezza dei dialoghi “botta e risposta”. Nonostante ciò il duo Mouret-Valette , già sperimentato nel loro precedente film (in cui però Mouret svolgeva solamente il ruolo d’attore) “Cambio d’indirizzo”, strappa spesso un sorriso intenerito . Certamente il cammeo di questo film sono le abitazioni dei protagonisti, anguste o kitsch, senza pareti o colme di scatoloni, insomma sconclusionate come i loro abitanti.

La colonna sonora delicata e l’ambientazione inevitabilmente romantica completano il quadro di questa gradevole commedia, esageratamente acclamata dalla critica francese ed addirittura inserita nella “Quinzaine des réalisateurs” di Cannes, in cui fa capolino il nostrano “Anche libero va bene” di Kim Rossi Stuart.