
La pellicola è il punto d’incontro perfetto tra commedia e dramma ed è ambientata nel profondo sud degli USA. Ancora una volta al centro dell’inquadratura c’è una famiglia disfunzionale: un pater familias ossessionato dalla morte a causa di incidenti d’auto (Robert Duvall) e i suoi tre figli interpretati da Robert Patrick, Kevin Bacon e Billy Bob Thornton, rispettivamente l’uomo che insegue il sogno americano, l’hippie che si fa arrestare ogni due giorni e il reduce di guerra traumatizzato dopo essere tornato dal fronte. Un lutto in famiglia scombussola ulteriormente gli equilibri. Ecco quello che il regista definisce “romanticismo della tragedia”, ovvero il tema principale del film: “una storia che sottolinea come non impariamo mai le lezioni del passato e continuiamo ad andare in guerra – dice Thornton – Poi c’è la vita e la sua forza improvvisa che sfugge ad ogni controllo nella sua imprevedibilità. E ovviamente anche la comunicazione e la mancanza di questa”.
Billy Bob Thornton: “Amo Angelina Jolie”.
Tutti temi autobiografici per l’attore e regista che non fa mistero del suo rapporto con il padre: “Era un irlandese dal carattere molto violento: aveva combattuto nella Guerra di Corea e non riusciva a comunicare con me e mio fratello”. Sullo schermo Thornton è affiancato da Robert Duvall: “Lo conosco dagli anni Ottanta ed è il mio mentore. Una vera figura paterna: cerco sempre di avere la sua approvazione e allo stesso tempo sono un po’ spaventato da lui”.

La American Family di “Jayne Mansfield’s Car” impara a fare i conti con se stessa nel momento in cui deve confrontarsi con un trio di inglesi che rappresentano l’altra famiglia che la madre aveva creato in Europa dopo il divorzio: “Lasciate che mi lamenti un attimo della situazione del cinema americano: i film più facili da produttore sono sempre incentrati su personaggi matti o super gladiatori, oppure si tratta di commedie in cui i protagonisti si risvegliano in una stanza d’albergo con una tigre o una pecora. Dirigere questo film è stata una cosa davvero speciale. Sono stato libero di fare quello che volevo: si tratta di una storia americana e britannica che nessuno poteva finanziare in America, quindi ci ha pensato un russo”.
A co-produrre il film è infatti la AR Films di Alexander Rodnynansky: “Penso che d’ora in poi tornerò a dirigere più spesso – conclude Thornton - almeno finché lavorerò con persone come Alexander che capiscono quanto lasciare intatta la visione del regista sia la cosa più importante”.
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