Dopo una sequenza di lungometraggi dalla qualità quanto meno discutibile, la 58° edizione del festival di Berlino ha almeno chiuso con una pellicola riuscita, divertente, a tratti scoppiettante della creatività del suo creatore, quel Michel Gondry che qualche anno fa ci ha fatto innamorare del suo cinema con “Se mi lasci ti cancello” (Eternal Sunshine of the Spotless Mind, 2004).
“Be Kind Rewind”, questo il titolo della sua ultima pellicola, racconta di due amici che inavvertitamente cancellano tutti i nastri delle vhs della videoteca del quartiere, e per sopperire all’incidente cominciano a rigirare in maniera artigianale i film che vengono loro richiesti dalla clientela. Un simile soggetto non poteva non scatenare tutto l’estro creativo di Gondry, che compone al sua solita vena visiva in una sequenza di momenti estremamente esilaranti. Rispetto al suo cinema passato il regista può anche avvalersi di una sceneggiatura più lineare del solito, capace di mettere in piedi una storia ottimamente equilibrata e dal sapore dolceamaro, soprattutto ella parte finale. Già, perché il pregio maggiore di questa pellicola è quello di ricordare al pubblico la potenza aggregante del cinema, la sua capacità di aggregare persone attraverso il potere immaginifico della visione.
Il cast d’attori è otticamente perfetto, a cominciare dalla coppia di protagonisti splendidamente assemblati, Mos Def e Jack Black; la loro innata comicità e la marcia in più di “Be Kind Rewind”, ed un gruppo di grandi caratteristi come ad esempio Danny Glover impreziosiscono ulteriormente la qualità dell’opera.
Detto degli enormi pregi del film, opera che ha anche una preziosa impostazione narrativa che gli permette di “crescere” nella sua progressione fino a diventare commovente, c’è però da sottolineare come no si tratta assolutamente di un lavoro che si muove ai livelli di “Se mi lasci ti cancello”: manca prima di tutto la geniale composizione temporale di Charlie Kaufman (a proposito, gustatevi il suo piccolo cameo in videoteca), e la sua capacità di dotare le sue figure di una clamorosa profondità psicologica ed emotiva. In secondo luogo, Gondry continua coerentemente col suo discorso filmico vagamente retrò, e se gli vada prova di coraggio in questo c’è anche da ammettere che forse potrebbe anche sperimentare vie di creatività estetica nuove.
“Be Kind Rewind” ha chiuso con meritato successo un’edizione della Berlinale alla fine piuttosto deludente. Il film di Gondry è senza dubbio spassoso e organizzato in maniera del tutto funzionale, ma il rischio principale è che il film venga sopravvalutato rispetto alla pochezza vista a questo festival. Si tratta di una pellicola gradevole e commovente nella sua parte finale, ma decisamente non di un capolavoro. Il grande cinema, sia comico che più malinconico, risiede senza alcun dubbio da altre parti.


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Berlino chiude in allegria
Dopo una sequenza di lungometraggi dalla qualità quanto meno discutibile, la 58° edizione del festival di Berlino ha chiuso con una pellicola riuscita, divertente, a tratti scoppiettante: "Be Kind Rewind" di Michel Gondry.

16.02.2008 - Autore: Adriano Ercolani