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Albert Nobbs, Glenn Close is a man

Un film delicato e intelligente trainato dalla grande Glenn Close

Albert Nobbs - Glenn Close

03.12.2011 - Autore: Andrea D'Addio
Erano più di vent'anni che Glenn Close voleva portare sul grande schermo Albert Nobbs, il personaggio dell'omonima pièce scritta da Istvan Szabo sulla base di un racconto di George Moore che la cinque volte nominata all’Oscar ha più volte interpretato a teatro.

Lei, così androgina da essere riuscita ad incarnare alcune delle donne più cattive della storia del cinema (dalla Alex di "Attrazione Fatale" alla Crudelia Demon de "La carica dei 101" , passando per la Marchesa manipolatrice di "Le relazioni pericolose"), aveva amato fin da subito la storia di questo cameriere di un hotel nell'Inghilterra del primo novecento che decide di fare credere a tutti di essere un uomo pur di avere una carriera leggermente migliore di quella prospettata alle donne di servizio e guadagnare tanto da aprire successivamente una propria attività. Un “travestito” costretto a una vita che non gli appartiene. Il sogno di potere finalmente vivere come una donna, trovare l'amore e liberarsi di una maschera che, prima di ogni cosa, l'ha portato ad un'esistenza piena di solitudine da cui è sempre più difficile scappare. Non tutto però è perduto...

Glenn Close e Mia Wasikowksa in Albert Nobbs

Attorniata da un grandissimo cast che va da una vecchia sicurezza come Brendan Gleeson a giovani star come Mia Wasikowska e Aaron Johnson (con un cameo anche di Jonathan Rhys Meyers), Glenn Close si fa carico di una pellicola più densa di significati, capace di emozionare tanto con la semplice vicenda privata, quella di una persona a cui, di fatto, il caso ha deciso di negare una vera esistenza, che con la sua contestualizzazione storica, l'amore tra donne, l'imperante sistema maschilista e il sacrificio dell'individuo in nome delle etichette su cui è costruita la società. Non ci sono semplificazioni né ricerca di finali catartici in questa storia raccontata con sensibilità da Rodrigo Garcia. Tutti i personaggi della vicenda hanno una propria tridimensionalità, non si ha mai la percezione che la loro presenza sia semplicemente funzionale al percorso del protagonista, ma se ne sente il continuo vivere anche senza che appaiano in camera, vuoi per un rumore, vuoi per un ombra o una semplice inquadratura che dice tutto in un solo fotogramma.

Glenn Close in Albert Nobbs

Garcia imposta il proprio lavoro quindi sul “fuori campo”, sul sapere senza vedere che è in definitiva lo stesso espediente narrativo che tiene in piedi il mascheramento di Albert Nobbs. Una pellicola che scalda i cuori e si candida come buon trampolino di lancio per l'ennesima nomination Oscar della grande Glenn Close che, recentemente, ha appena ricevuto il prestigioso premio alla carriera al Festival di San Sebastian. Per un’attrice come lei, i riconoscimenti, per quanto scontati, continuano ad essere sempre dovuti.

"Albert Nobbs" è il film di chiusura del Torino Film Festival: vi invitiamo all'interno del nostro speciale Torino 29 per fare il pieno di buon cinema.