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A Torino vince la poesia
Nuovi gli organizzatori, Giulio D'Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto, lo spirito resta quello di sempre: ambiente internazionale, programma intenso, cinematografia emergente, giovani registi, lavori innovativi. Costruiti con linguaggi molto spesso diversi, complessi. Dunque, puro cinema d'autore.

24.11.2003 - Autore: Maria Elena Capuano
Si è concluso venerdì scorso al Multiplex Pathé del Lingotto di Torino la 21esima edizione del Torino Film Festival, Il festival si è aperto con l'opera prima di Valeria Bruni Tedeschi Il est plus facile pour un chameau e seguita poi da Battle Royale, allucinante cult movie del regista Kenji Fukasaku, sconosciuto da noi, apprezzatissimo in Oriente. Poi le retrospettive dedicate a William Friedkin, Aleksandr Sokurov, Stavros Tornes. Omaggio al regista portoghese scomparso, Joao César Monteiro.
A vincere è stata sicuramente la poesia. Il primo premio è andato al film La fin du regne animal del francese Joël Brisse. Un film sull'ecologia, l'amore per la natura, antisociale e romantico. Una pellicola che intende scrivere un'apologia del regno animale che l'uomo spesso utilizza solo a scopi propri. "Ritrovare un rapporto più genuino con la natura può aiutare a stare meglio", ha spiegato il regista. Premi speciali della giuria vanno all'iraniano Parviz Shahbazi che ha presentato Nafas-E Ameegh (Respiro profondo), protagonisti: giovani perduti sullo sfondo di una Teheran di oggi e al polacco Lukasz Barczyk cha ha concorso con Przemiany (Cambiamenti), una storia di tragedie familiari. Quest'ultimo si è aggiudicato anche il premio di Finpresci e CinemAvvenire.
Il Premio Cipputi va all'italiano Stefano Consiglio con L'uomo flessibile. Si tratta di un film che fotografa l'evoluzione del lavoro di cui il regista descrive l'inesorabile processo di precarizzazione. Il Premio va anche a Frederick Wiseman per la carriera. Per la sezione dei cortometraggi è stato premiato I have seen my mother dancing in the clouds di Ila Bêka, pseudonimo, quest'ultimo di Filippo Clericuzio che è stato acclamato dalla giuria come un regista dalle grandi possibilità. Della sezione documentari sono arrivati ex-aequo La notte diTotò di Guido Votano, autoritratto di un terrorista e L'esplosione di Giovanni Piperno. Premi speciali sono andati a Doichlandia di Giuseppe Gagliardi e La zattera di sabbia di Isabella Sandri.
Per il Concorso Spazio Italia è stato premiato Setting: the linear video di Susanna Schoenberg. Una menzione a Il nido di Carlo Michele Schiurinzi. IL Kodak Short Film Award, invece, è andato ai torinesi, Massimiliano e Gianluca De Serio, autori di Maria Jesus. Il primo posto di Spazio Torino va Lebess di Hedy Krissane, mentre una menzione a Flash di Sterno Marelli. Assicurazione sulla vita di Tomaso Carboni e Augusto Modiglioni, riceve il Kodak European Showcase, il film è stato scelto tra quelli delle sezioni Spazio Italia e Concorso Internazionale Cortometraggi e verrà presentato al prossimo festival di Cannes. Insomma, Torino Film Festival anche quest'anno si attesta come un vero e proprio laboratorio del cinema altro rispetto a quello del box office. Un cinema marginale, a volte estremo, parlato e raccontato con un linguaggio radicale, ma ricco di spunti e di proposte.