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Jean Gabin

DATA DI NASCITA: 17/05/1904
LUOGO DI NASCITA: Parigi
DATA DI MORTE: 15/11/1976
Gabin è stato l'interprete ideale dei film della scuola realista, portando sugli schermi la fisionomia romantico-populista dell'uomo semplice e rude, oppresso da un destino ineluttabile. Una personificazione dell'antica tragedia umana, dolorosamente vissuta attraverso le fasi successive dell'immediata brutale violenza, della cupa disperazione e, infine, della rassegnazione liberatrice.  Gabin è riuscito a esprimere questa gamma di sentimenti con vigore e naturalezza, rivelando convincenti doti drammatiche, grazie anche alla sapiente guida di registi quali Julien Duvivier, Jean Renoir, Marcel Carné e Jacques Becker.  Proveniente dal teatro di rivista e dall'operetta (si era formato alle Folies Bergère, al Moulin Rouge, al Vaudeville, alle Buffes-Parisiennes), esordì nel 1930 col film Chacun sa chance. È l'inizio di una carriera che lo porterà a recitare diversi ruoli in diversi film ma il "vero" Gabin nacque negli anni 1934-1939 con una serie di fortunatissime interpretazioni: La bandera, Il bandito della Casbah, Verso la vita, La grande illusione, L'angelo del male, Il porto delle nebbie, Alba tragica.  In molti di questi film ebbe accanto la delicata Michèle Morgan, con la quale formò una romantica e indimenticabile coppia cinematografica e spesso si esibisce cantando, memore delle sue esperienze nei teatri di rivista. Durante gli anni quaranta, in pieno periodo bellico, Gabin ebbe un'importante relazione sentimentale con Marlene Dietrich, un amore che però non sopravvisse alla fine della guerra.  Rifiutandosi di lavorare per i tedeschi che avevano occupato la Francia, accettò un contratto a Hollywood ma questa esperienza si rivelò negativa. Ritornò quindi in Europa nella marina francese, agli ordini del generale De Gaulle. Dopo aver combattuto in Marocco e in Francia, partecipò alla campagna di Germania che lo porterà fino al Nido d'Aquila di Hitler a Berchtesgaden. Finita la guerra tornò a recitare e passò a ruoli di più varia e matura caratterizzazione psicologica, secondo nuove dimensioni umane e sociali, complice anche l'aspetto fisico precocemente incanutito: La vergine scaltra (1950), La notte è il mio regno (1951), proprio per questo film ottiene il premio come migliore attore alla Mostra cinematografica di Venezia, sempre a Venezia verrà premiato una seconda volta nel 1954 per il film Grisbì (Touchez pas au grisbi). Nel 1952 realizza un suo grande sogno: compra una fattoria e crea "La Pichonnière" un allevamento di cavalli da corsa e di bovini investendo gran parte dei profitti derivanti dal suo lavoro. Continua infatti a incontrare il grande favore del pubblico, con film quali La traversata di Parigi (1956); Il clan dei Siciliani, (1969).
La sua scomparsa fu considerata un lutto nazionale e le sue ceneri vennero disperse nelle acque di Brest da una nave della marina militare.

(wikipedia)