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Vicodin, che passione!

Vicodin, che passione!

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13.07.2001 - Autore: L.R.
La cocaina che allietava le feste frizzanti a bordo piscina, accendendo le mille luci della tenera notte colorata è decisamente passata di moda a Hollywood; tra i suoi estimatori è rimasto solo il proverbiale Robert Downing jr e pochi altri. Leroina poi è terribilmente anni 80, lecstasi roba da adolescenti brufolosi alla ricerca di inconsapevoli sballi, le canne da nostalgici sessantottini, le reminiscenze da ghetto nero del crack mal si prestano alle scintillanti notti hollywoodiane. La sostanza veramente di gran moda in questi giorni si chiama Vicodin, una pillolina bianca venuta dal passato, un nome grigio e anonimo da collutorio. Niente a che vedere con il losco fascino dei nomignoli in codice, la bianca, la scimmia, lero e quantaltro.. A Hollywood tutti la vogliono e tutti ne parlano, mentre la moda si è velocemente espansa dallo star system al mondo meno effervescente delle casalinghe americane che ingrassano davanti alla televisione: tutti chiedono Vicodin. La sostanza offre del resto tutti i benefici di un oppiaceo senza la gogna di essere considerato un tossico. Non servono telefonate criptate, appostamenti con lo spacciatore, romantiche scorribande notturne alla ricerca della roba. Basta andare in una qualsiasi farmacia per accaparrarsi la propria porzione di paradiso artificiale, il più delle volte non serve neanche la ricetta. Il Vicodin non avrà la patina affascinate delle esistenze marginali ma è una droga molto, molto seducente. Parente più giovane degli psicofarmaci che bruciarono le icone di Elvis e Liz Taylor, il Vicodin agisce nei centri nervosi dove nasce il dolore, su e giù dal cervello fino alle terminazioni nervose del corpo. Una volta arrivato nel cervello il Vicodin libera il flusso di dopamina, marea benevola che dispensa una mielosa sensazione di benessere. Smettendo improvvisamente di prendere il Vicodin, il corpo supplicherà dopamina. Tra gli addicted dellaffabile e indulgente psicofarmaco il primo è stato Eminem, versi rap che esaltano gli effetti psichedelici della pillolina bianca, una pasticca di Vicodin tatuata sul braccio. Seguono a ruota Melanie Griffith, che ora ammonisce i suoi fan sui problemi della dipendenza, il comico Chevy Chase e la playmate Anne Nicole Smith, più una marea indistinta di quarterback, attricette e stelline. In Italia come al solito siamo decisamente poco up-to-date, il Vicodin non esiste e i tossici locali devono ricorrere a surrogati dimportazione. A meno che le analisi della polverina bianca trovata in casa Cecchi Gori non dimostrino che si tratta effettivamente di zafferano. Sarebbe veramente à la page.