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Verdone Vs Muccino

"Il mio miglior nemico" racconta dello scontro generazionale fra Achille e Orfeo. A pochi giorni dall'uscita del film, i due attori ci parlano della sceneggiatura e della loro esperienza sul set

Il Mio Miglior Nemico

19.05.2009 - Autore: Eva Gaudenzi
Achille (Carlo Verdone) è il top manager di un’importante catena alberghiera. Sembra un uomo realizzato, un uomo che dalla vita ha avuto solo il meglio: una bella casa, un ottimo matrimonio e un lavoro di prestigio. Ogni certezza crolla quando Achille incontra Orfeo (Silvio Muccino), un ‘sbandatello’ di ventitré anni che non ha mai conosciuto il padre. Alla presentazione ufficiale de Il mio miglior nemico, abbiamo incontrato il regista (nonché interprete) Carlo Verdone assieme al co-protagonista Silvio Muccino.

Come nasce l’idea di questo film?
Verdone – Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura un anno e mezzo fa. Poi, dopo sette stesure, abbiamo tirato fuori il copione definitivo. E’ stato un lavoro d’equipe molto affiatato. Con me ha lavorato lo stesso Silvio Muccino, ma anche Pasquale Plastino e Silvia Ranfagni. Pur non essendoci parentela fra Achille e Orfeo, l’idea di partenza è quella di scandagliare il rapporto padre-figlio. Nel fare questo, abbiamo voluto metterci su un piano diverso rispetto a “In viaggio con papà”, un film che appartiene agli anni Ottanta e scritto con intenti molto diversi.

A proposito suo incontro con Alberto Sordi, ha riscontrato qualche similitudine nel rapporto fra lei e il giovane Muccino?
Verdone – Certo, direi di sì. Durante le pause di lavorazione del film, facevo a Sordi mille domande, ero molto curioso. La stessa curiosità la rivedo oggi in Silvio: oltre a chiedermi consigli di carattere professionale s’interessa ai miei vecchi film, vuole conoscere gli aneddoti legati a un determinato attore...La cosa importante che abbiamo voluto subito mettere in chiaro è che io e Silvio non siamo una coppia comica. Siamo due attori impegnati in un bel progetto, tutto qui. Alla stesura della sceneggiatura non sapevamo chi avrebbe interpretato il ruolo di Orfeo, la scelta è caduta su Silvio solo in un secondo momento.

“Il mio miglior nemico” si inserisce nel filone della commedia all’italiana...  
 Verdone –  Si. Direi che questo film è una commedia a tutto tondo, fatta di stili e di toni sempre diversi: dal comico al drammatico, dal nostalgico al sentimentale. Il fatto stesso che la colonna sonora sia affidata al compositore unico del film (Paolo Buonvino) mi fa pensare a Pietro Germi e al suo modo di girare delle splendide commedie all’italiana.

Silvo Muccino, ci parli del personaggio di Orfeo...
Muccino – Orfeo è un ragazzo che appartiene al popolo, che vive nel mondo del precariato e che, in qualche modo, è figlio di se stesso. Nell’affrontare un personaggio cerco sempre di entrare nella sua fragilità. D’altronde proprio la fragilità è il filo conduttore che lega tutti i protagonisti del film. Dunque, mi sono chiesto in che modo Orfeo potesse esprimere la sua. Nell’aggressività ho trovato la chiave di lettura per il ruolo. In Achille Orfeo vede l’incarnazione di tutti i suoi nemici, di tutti i suoi spettri. E solo dopo lo scontro, trova in Achille il padre che non ha mai avuto.      

Come è stato lavorare fianco a fianco con Verdone nella sceneggiatura?
Muccino – C’è stato subito un grande affiatamento. La stesura della sceneggiatura è avvenuta in modo compatto, non schizofrenico. Da parte mia, ho cercato di mettere nel film una buona parte di me stesso: il mio mondo, la mia giovane età, i miei amici...Poi ho capito che il modo migliore per recitare accanto a un personaggio come Verdone sarebbe stato il meccanismo dello scontro. E dopo lo scontro, la riappacificazione e la rinascita.