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Underworld: Evolution

Le avventure della bella cacciatrice di lupi mannari Selene (Kate Beckinsale) questa volta si trasferiscono nell'Europa orientale. Insieme al compagno Michael si è messa sulle tracce del terribile Marcus

Underworld: Evolution

19.05.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Id., Usa, 2006
Di Len Wiseman;
con Kate Beckinsale, Scott Speedman, Derek Jacobi, Tony Curran, Bill Nighy

Le avventure della bella cacciatrice di lupi mannari Selene (Kate Beckinsale) questa volta si trasferiscono nell’Europa orientale. Insieme al compagno Michael (Scott Speedman), la vampira si è messa sulle tracce del più antico dei suoi antenati, il terribile Marcus (Tony Curran): questi infatti si è risvegliato dal suo sogno millenario con un solo e preciso intento, quello di liberare dall’antica prigione suo fratello, che a sua volta è il primo discendente della razza dei Lycan. Scatenare nuovamente la potenza selvaggia e distruttiva del più feroce dei lupi mannari significherebbe tornare ad uno stato di guerra totale, incapace da controllare e che coinvolgerà sicuramente anche gli umani. A Selene il compito di fermare Marcus con ogni mezzo possibile.

Secondo episodio della saga, dopo che l’antecedente si era rivelato a sorpresa un buon successo commerciale negli USA, incassando più di 50 milioni di dollari nel solo mercato americano a fronte di un budget di circa 20. Anche “Underworld: evolution” sta mantenendo fede alle aspettative economiche della produzione, avendo già superato gli incassi dell’originale in sole due settimane di programmazione.

Detto subito che non si tratta di uno dei capolavori del genere, e che si poggia su una storia che troppo spesso scivola nel prevedibile, per il resto bisogna ammettere che questa seconda puntata delle gesta della “non morta versione Matrix” convince molto più dell’altra. Prima di tutto l’ambientazione barocca e decadente viene sfruttata molto meglio di quella hi-tech e cittadina del primo episodio: le scenografie e i setting sono decisamente affascinanti, anche se continuamente avolti nell’oscurità. C’è da dire poi che Len Wiseman ha affinato le sue capacità registiche, costruendo un lungometraggio dall’impianto visivo piuttosto accattivante, che in alcuni momenti conquista in pieno. “Underworld: evolution” si presenta così come un prodotto di intrattenimento efficace e gustoso, in cui sono disseminate qua e là un paio di scene d’azione molto efficaci – soprattutto quella in cui la battaglia si svolge su un camion in corsa. Se una delle pecche del film è quella di adoperare attori che non vanno molto più in la dell’espressività di un divano, bisogna invece sottolineare al sempre maggiore presenza scenica della Beckinsale, attrice di indubbio fascino che sembra finalmente sulla strada giusta per poter sostenere ruoli da protagonista assoluta.

Barocco, intrigante nella messa scena, anche se un po’ troppo scontato nella sceneggiatura, “Underworld. Evolution” riesce però nell’intento di porsi come sequel che supera il risultato dell’originale, sia nell’esito commerciale che nel valore artistico: sua ben chiaro, non stiamo parlando di pietre miliari dell’horror o dell’action, ma spettacoli di cui ci si può senza dubbio accontentare.
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