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The Weather Man

Chicago è una città dura in inverno, sopratutto per chi deve ogni giorno portare nelle case la notizia di tale gelo; in più, come "uomo delle previsioni" David Spritz (Nicolas Cage) non sta vivendo un periodo fortunatissimo

The Weather Man

19.05.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Id., Usa, 2005.
Di Gore Verbinski; con Nicolas Cage, Michael Caine, Hope Davis, Nicholas Hoult

Chicago è una città dura in inverno, sopratutto per chi deve ogni giorno portare nelle case la notizia di tale gelo; in più, come “uomo delle previsioni” David Spritz (Nicolas Cage) non sta vivendo un periodo fortunatissimo: divorziato da sua moglie Noreen (Hope Davis), non riesce ad instaurare un rapporto proficuo con i suoi due figli; il più grande Mike (Nicholas Hoult) è un adolescente inquieto, mentre la più piccola Shelly (Gemmenne De La Pena) ha problemi di peso e con i suoi compagni di scuola. La situazione per Davis sembra precipitare quando suo padre Robert (Michael Caine), figura oppressiva di scrittore di enorme successo e considerazione, scopre di avere un male incurabile.

Sconfortato ed incapace di trovare un significato alla propria esistenza, David è protagonista di una serie di bizzarri episodi, e vede una possibilità di migliorare la propria condizione quando da New York arriva la chiamata di un network nazionale, intenzionato a fargli un provino…

Dopo i successi plantari di due pellicole “di cassetta” come “The Ring” (id., 2002) e “La maledizione della prima luna” (Pirates of the Caribbean, 2003), Gore Verbinski poteva probabilmente permettersi di girare qualsiasi cosa avesse voluto. E lui ha scelto questa sceneggiatura di Steven Conrad, tirando fuori il film che proprio mai ti saresti aspettato da lui. “The Weather Man” è infatti un’opera molto particolare, quasi misteriosa da decifrare: dramma intimista che possiede però enormi potenzialità nello sfruttare un tipo di comicità amaro e surreale, risulta un prodotto sfaccetto e molto complesso da inquadrare sotto una sola categoria. Operazione personale decisamente affascinante, il film ha però il difetto di non riuscire a inserire tutti i temi che vuole affrontare in una storia che ne possa scandire il ritmo con precisione; in alcuni momenti la narrazione infatti si fa pesante e ripetitiva, e non consente alla storia di proseguire con omogeneità. A parte questo però “The Weather Man” è un film intenso, preciso e molto sottile nel tratteggiare una figura di “loser” credibile ed a tratti poetica. Verbinski riesce a sintetizzare una messa in scena molto elegante ma mai invasiva di quello che sta raccontando; dal canto loro, tutti gli attori danno il meglio delle loro capacità: ancora una volta non possiamo non ammirare un Michael Caine trattenuto e doloroso come nelle sue prove migliori. Il nostro più sentito applauso va però a Nicolas Cage, che con questo lungometraggio e con il precedente, magnifico “Lord of War” (id., 2005) di Andrew Niccol ha costruito la sua personale visione critica del “self-made man” americano, e soprattutto delle sue onerose contraddizioni.

Originale, rarefatto, assolutamente non conciliatorio, “The Weather Man” diventa in più di un’occasione motivo di sorpresa. Una sceneggiatura più scandita avrebbe maggiormente giovato alla pellicola, che rimane comunque opera degna di rispetto, da guardare con curiosità e con occhio non prevenuto: potreste rimanerne colpiti…