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Ragione e sentimento

Studio, concentrazione e metodo le parole d'ordine del suo lavoro d'attrice. Una carriera in continua ascesa quella di Julianne Moore, costruita attraverso anni e anni di dura gavetta

Julianne Moore

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
 

Secondo una lista pubblicata dall’Entertainment Weekly, il premio Oscar Julianne Moore è una delle 25 interpreti più brave degli ultimi vent’anni. Studio, concentrazione e metodo le parole d’ordine del suo lavoro d’attrice. Una carriera in continua ascesa la sua, costruita attraverso anni e anni di dura gavetta.     

Nasce come Julie Anne Smith il 3 dicembre del 1961. Figlia di un giudice militare e di una psichiatra, trascorre infanzia e adolescenza tra una città e l'altra degli Stati Uniti. Dopo una laurea alla Boston University, si dedica al teatro diplomandosi a pieni voti presso la  University School of Performing Art.

Una volta terminati gli studi, Julianne si getta a capofitto nella giungla dell’off Broadway: piccole parti, apparizioni fugaci, pochi ingaggi significativi.

Nel 1988 un piccolo ruolo al cinema nell’horror sLaughterhouse II di Michael Welton . Il vero salto di qualità arriva tre anni dopo con Il fuggitivo, accanto a Harrison Ford e Tommy Lee Jones. Dagli anni Ottanta al Duemila, Julianne Moore lavora con registi del calibro di Luis Malle, Steven Spielberg, i fratelli Coen, Gus Van Sant, Todd Haynes. E il compenso aumenta vertiginosamente: 900 dollari nel 1988 ( "sLaughterhouse II” ) contro 3.000.000 di dollari nel 2001 (“Hannibal” ).

Poco incline alle trappole del divismo hollywoodiano, la rossa Julienne non ama far parlare troppo di sé. ‘Un conto è il lavoro, un conto è la mia vita privata’, ha dichiarato lei stessa. Sappiamo ben poco delle sue vicende sentimentali: due matrimoni (con Sundar Chakravarthy e con l’attore John Gould Rubin) e due figli (Cal e Vil Helen, nati dalla relazione con il regista e produttore Bart Freundlich).      

La Moore è famosa, fra i suoi colleghi americani, perché è una delle poche attrici che legge tutte le sceneggiature che arrivano al suo indirizzo. Questo fine settimana la vedremo sugli schermi italiani con Il colore del crimine (‘Freedomland’) di Joe Roth. In cantiere, un carnet ricco di impegni: “Savage Grace” di Tom Kalim, “I’m Not There” di Todd Haynes, “Morgan’s Summit” di Tom Schulman