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Penelope Cruz
Penelope Cruz

14.04.2003 - Autore: Matteo Nucci
«Della mia vita privata non parlo. Dovete accettarlo. Non mi arrabbio quando si dicono cose che non sono vere. E credo di non essere neppure obbligata a commentarle». Preferisce il silenzio, Penelope Cruz. Le sono attribuiti flirt scottanti con Matt Damon, Johnny Depp, Nicolas Cage e ora Tom Cruise. Incontrati sul set e stregati dal suo fascino, fino a far traballare o rompere relazioni con donne come Winona Ryder, Vanessa Paradis, Patricia Arquette e Nicole Kidman. Ma Penelope solo Pe per gli amici tace. Non disse nulla neppure quando andò in Uganda, per due mesi, in un campo profughi. Né quando donò lintero incasso per The Hi-Lo Country (98) alla missione di Madre Teresa di Calcutta. Silenzi pesanti, dunque. Che forse definiscono meglio di qualsiasi immagine uno dei caratteri principali del suo fascino: lambiguità.
Non è certo un caso che il film con cui è diventata nota al grande pubblico sia Tutto su mia madre (1999) dove è una suora sieropositiva incinta. Mentre Pedro Almodovar che sullambiguità ha lavorato a lungo dice di lei che «è la sintesi degli aspetti più interessanti di tutte le mie attrici». Madrilena di quasi ventottanni, Penelope Cruz cammina in equilibrio fra gli estremi fragile e determinata, ingenua e femme fatale, mistica ed erotica dando piena espressione ai tratti ricevuti in dono alla nascita: il caldo latino e il viso da bambina. Le è servito molto lavoro, comunque. Danza classica al Conservatorio Nazionale spagnolo, balletto con Angela Garrido e poi con Raul Caballero, dramma alla scuola newyorkese di Cristina Rota. Finché, a diciassette anni, appare in Prosciutto, Prosciutto di Bigas Luna: bellissima e molto nuda. Sempre nel 92, in Belle époque (Oscar come migliore film straniero) è una delle quattro artefici delliniziazione alla vita adulta di un giovane disertore nella Spagna del 1931, mentre in Per amore, solo per amore è una sensualissima Madonna accanto ad Abatantuono-San Giuseppe. Dopo La ribelle (93) a cui dà peso esprimendo la passione inquieta di unadolescente e Apri gli occhi (nella stessa parte che interpreta ora con il remake Vanilla Sky), la breve e intensa presenza in Carne tremula (97) di Almodovar segna una prima svolta. Seguono innumerevoli proposte, anche se i film a cui partecipa non sono proprio tutti indimenticabili: La Nina dei tuoi sogni (98), Per incanto o per delizia (99), Volaverunt (Bigas Luna 99), Passione ribelle (2000), Blow (2000), Il mandolino del capitano Corelli. (2001).
Definita da El Pais «la versione postmoderna di Audrey Hepburn», Penelope Cruz è attesa da prove che ne svelino definitivamente il valore di attrice. La vegetariana che ama i bambini, nonostante dieci anni sul set, sembra oggi più celebre per le cronache mondane che per le interpretazioni cinematografiche. Hollywood le ha aperto le braccia ma non è ancora una consacrazione. E sono in troppi a credere che siano ben mirati gli ambigui silenzi sui gossip che lanciano ogni suo nuovo film. Dire di no, a volte, ha un senso. Daltronde è stata lei stessa a raccontare: «La lezione più importante che ho imparato in questo lavoro è come dire di no. Ho detto no a molte tentazioni e sono felice di averlo fatto».