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Pasolini restaurato a Pordenone
"Salò o le 120 giornate di Sodoma" sarà proiettato stasera a Pordenone
04.05.2006 - Autore: Nexta
Ci sono voluti 30 anni, quanti ne sono passati dalla morte di Pier Paolo Pasolini, per restituire al suo ultimo film, "Salò o le 120 giornate di Sodoma", l'integrità e la crudezza voluta dal regista per rappresentare - secondo quanto da egli stesso dichiarato in un' intervista - 'la denuncia dell'anarchia del potere e dell'inesistenza della storia'. Il film in versione integrale, restaurato a cura del Centro sperimentale di cinematografia-Cineteca nazionale, sarà proiettato questa sera a Pordenone, nell' Aula Magna del Centro Studi, dopo un' introduzione del poeta e cugino di Pasolini, Nico Naldini, che curò anche, all'epoca della sua uscita nelle sale, l'ufficio stampa del film, e dello studioso Luciano De Giusti. La proiezione aprirà una serie di celebrazioni in onore di Pasolini, a 30 anni dalla morte, organizzate dall'associazione Cinemazero. Principale bersaglio della censura dell' epoca furono le scene a sfondo sessuale, usate da Pasolini quale metafora di un potere assoluto e annientante riferita non solo al fascismo, ma anche a quel crollo di valori umani che gli avrebbe fatto seguito e che il poeta aveva saputo percepire al suo nascere.