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Lo sfogo di Anita Caprioli

04.05.2006 - Autore: Nexta
"Oggi sono tutti soltanto alla ricerca del film comico che dia la sicurezza di ottenere un certo incasso, ma questa non è la strada migliore per riuscire a creare un buon cinema che duri oltre il tempo di un attimo". A dirlo è sul Giornale dello Spettacolo, l'attrice Anita Caprioli, interprete di film come "Santa Maradona", "Ma che colpa abbiamo noi" e "Onde" diretto dall'esordiente Francesco Fei e ancora in attesa di trovare una distribuzione.   "Sono contrariata - continua la Caprioli - dal fatto che in Italia un film come "Onde", senza finanziamento, abbia già le porte chiuse. E' un meccanismo strutturale dove un'opera non protetta è vista come un outsider e incontra molte maggiori difficoltà. Da due o tre anni, in Italia si sono fatti notare dei nuovi grandi talenti come Paolo Sorrentino, Emanuele Crialese e Matteo Garrone. Il cinema in generale non può appagare un solo pubblico e un'unica voglia. Oggi la gente può volere ridere, domani cercare qualcosa di più profondo".   Ad ostacolare ulteriormente il percorso di certi film, secondo Caprioli, sono anche i nuovi meccanismi di finanziamento al cinema: "era giusto cambiarli - afferma l'attrice - ma con la nuova legge vediamo purtroppo delle grandi chiusure nei confronti di un cinema dagli incassi minori. Ci sono film che non riescono a guadagnare molto, ma è anche vero che sono costati poco. Non tutti devono fare tantissimi soldi per forza. E' giusto poter differenziare".   Sui tagli alla cultura, Anita Caprioli sostiene che "sono un'assurdità, soprattutto in un Paese dove cinema e teatro hanno sempre vissuto maggiori difficoltà che in altre nazioni europee, come Francia e Inghilterra. Questi tagli sono stati davvero penalizzanti, soprattutto perché c'era un cinema che stava incominciando a crescere dando dei piccoli frutti".  
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