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Jack Nicholson

Jack Nicholson

jack nicholson

19.10.2001 - Autore: Jonathan Giustini
  Che il grande Jack sia tornato dopo tre anni di assenza sulle scene cinematografiche è una notizia indubbiamente degna di nota. Che poi sia tornato a farlo con il suo amico e sodale Sean Pean dopo lesploit in Tre giorni per la libertà del 1995 ci riempie di stupore e di malinconia. Stupore per il destino beffardo di questo immenso attore, malinconia per la sua stravagante idea di cinema, fatta di alti e bassi, di tripudi e profondi abissi. Basti solo pensare che in fin dei conti la sua ultima apparizione risaliva al 1997 con lOscar meritatissimo di Qualcosa è cambiato in coppia con Helen Hunt. Ebbene, cosa potrà mai essere successo nella misteriosa carriera di Jack Nicholson per averlo tenuto così tanto tempo distante dalle scene dopo un folgorante Oscar vinto? Mistero fitto. Oppure lampante chiarezza. Dopotutto basta leggere attraverso la sua filmografia per capire e vederci chiaro. E lultimo film in cui torna a noi suoi adoranti discepoli, dal titolo La promessa, è forse niente altro che una supposta metafora della sua stessa vita: storia di un anziano detective che decide di ritirarsi a vita privata, fino al momento in cui però si trova coinvolto nel reinvenimento del corpo di una bambina di otto anni, tra le sperdute montagne del Nevada. E tutto ricomincia daccapo, la sua vita, la sua magnifica ossessione. Quella indubbiamente di Jack Nicholson per il cinema. Già, in fondo la sua è proprio la storia di una magnifica ossessione; unossessione che si manifesta nella scelta di tutti i film in cui ha prestato il suo volto irridente, ridanciano, folle, psicotico e poi via via sempre più maschera distorta di ghigni e stupori. Chi se lo ricorda ad esempio nella sua primissima apparizione, una piccola pellicola prodotta da Roger Corman e diretta da Jus Addiss dal titolo The Cry Baby Killer? Storia di un imberbe delinquente che comincia a piagnucolare quando crede di aver ucciso due delle persone prese in ostaggio in un negozio. La prima serie di una galleria di personaggi mai normali che lo porterà appena dieci anni dopo, nel 1969, ad apparire nellindimenticabile Easy Rider. Pellicola fondamentale, piena di istanze libertarie. Qui Jack è lavvocato George Hanson racchiuso in gabbio per ubriachezza molesta, uno che non sa già più cosa fare della sua vita, dove andare, che fa comunella con Captain America e Billy, per poi condividere solo in parte le loro avventura nel profondo sud dellAmerica e morire di inedia, di stenti, di abbandono. Questo il destino del grande Jack? Lui figlio di un alcolizzato di provincia di origine irlandese che durante linfanzia decide di abbandonare la madre ed il suo salone di bellezza per intraprendere un misterioso traffico con un certo cinema di serie b, fino ad arrivare ad ottenere la copertina di Newsweek nel 1970 per lo strepitoso Cinque Pezzi Facili di Bob Rafelson. E da questo momento in poi indubbiamente inizia il mito. E le incontrollabili smorfie del mito. Attore vagabondo e casuale, lega la sua faccia allinterpretazione trascendentale di questo pianista prodigio che sottrae lentamente al mondo il suo stesso talento. Al mondo e alle cose che lo circondano. Un antieroe di nuovo conio: ricordate la scena di Jack che suona in piano fissato su di un camion intrappolato in una lunga coda autostradale? E lesplosione. Seguono a ruota Il re dei giardini di Marvin, Lultima corvée, Chinatown, fino a due capolavori girati nello stesso anno: Professione Reporter e Qualcuno volò sul nido del cuculo. Nel capolavoro di Antonioni è David Locke, reporter televisivo in missione nellAfrica Sahariana che decide casualmente di assumere lidentità di David Robertson e provare a vivere una nuova vita. Viaggia il mondo, scopre cose che non avrebbe voluto sapere ed infine muore nel paesino di Osuna, lontano da tutti. Ma più che altro lontano da se stesso. Jack Nicholson è sempre stato un attore in cerca di altre identità, di altre vite. La sua ricerca culmina nel 1980 con lemblematico Shining di Kubrick. Jack Torrance, guardiano invernale dellOverlook Hotel, preda a poco a poco di mistiche visioni e di una completa, totale identificazione con luomo che molti anni prima di lui si trovò a vivere la stessa esperienza. Jack Torrance e Jack Nicholson, un personaggio ed un attore, due uomini destinati a ripercorrere gli stessi destini, in una continua fuga da se stessi, per ritrovare in fondo sempre le stesse tracce. Non cè scampo alla propria follia. Nel film di Kubrick lo stesso Torrance apparirà ad un certo momento in una foto dei primi del 900 come semplice avventore del grande bar dellalbergo. Così Jack ricompare in tutti film da lui successivamente interpretati alla ricerca di un altro se stesso che al momento però non ha ancora più ritrovato. Non è successo in Dentro la notizia, né tantomeno in Voglia di Tenerezza e più che mai in film come Wolf, Mars Attack. Chissà se potrebbe mai accadere con La promessa?  
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