Il ritorno di Grace

Continua il viaggio dell'innocente e algida Grace (Nicole Kidman), questa volta animata da una rinnovata quanto velleitaria volontà didattica: quella di insegnare nel 1933 la democrazia in una piantagione di cotone dove, sessant'anni dopo la sua abolizione, viene ancora praticata la schiavitù. Questa la storia raccontata da Lars Von Trier in "Manderlay", nome della piantagione di cotone dell'Alabama dove si imbattono, per puro caso, Grace (Bryce Dallas Howard) in fuga da Dogville con il padre gangster e filosofo nichilista (Willem Dafoe). Ma nel film (nelle sale da venerdì distribuito da 01 in circa 50 copie), seconda parte della trilogia dedicata dal regista danese all'America (USA-Land of Opportunities) e in corsa per la Palma d'oro quest'anno a Cannes, la ragazza non avrà vita facile. Stessa ambientazione teatrale di "Dogville" (questa volta a delimitare gli ambienti, solo virtuali, linee nere su sfondo bianco), l'angelo della vendetta Grace si mette subito all'opera per educare gli uomini di Manderlay e per punire i bianchi che ancora li sfruttavano capeggiati da Mam (Lauren Bacall) e le sue arcaiche leggi...