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I pionieri
I pionieri

02.07.2001 - Autore: Valeria Chiari
Lo studio Lucherini esiste da 40 anni, da quando Enrico Lucherini ha inventato il lavoro di ufficio stampa in Italia. Associato con Rossetti negli anni 60 e successivamente con Matteo Spinola, lufficio stampa più conosciuto e importante in Italia è diretto dalle mani esperte di Gianluca Pignatelli da quando Enrico Lucherini è passato alla direzione della promozione del Gruppo Cecchi Gori. Insieme a lui Benedetta Lucherini, nipote di Enrico, nello studio da cinque anni. Li abbiamo incontrati per parlare del loro lavoro.
Come si costruisce la promozione di un film?
G.P.\"Dipende dal film. Per Il Signore degli Anelli per esempio di cui siamo rappresentanti stampa in Italia, dobbiamo collaborare con lufficio stampa statunitense. Significa quindi entrare in sintonia con lo staff doltreoceano, e cercare di essere propositivi anche se in realtà tutto è già previsto e organizzato. Quando invece ci si occupa di un film come Malèna, è indubbiamente più divertente e creativo perché devi inventarti la promozione dallinizio alla fine.
Che tipo di rapporti si possono instaurare tra un ufficio stampa e lattore o il regista del film da promuovere?
G.P. \"I divi americani sono di solito gestiti da un sistema abbastanza vasto e articolato e in quel caso raramente si hanno contatti diretti con loro. Quando arrivano in Italia si riesce magari in alcune occasioni a stringere loro la mano e a ringraziarli, o come nel caso di Brad Pitt, che venne da noi per il film Sette anni in Tibet, di accompagnarli alle trasmissioni o di organizzare loro feste e incontri. Ma non sono sempre disponibili per pranzi o cene.\"
B.L. \"E comunque dipende dalle persone. Jean Jacques Annaud per esempio è un tipo che ti invita a pranzo e non vede lora di parlare dellItalia, mentre invece Madonna si trincera nella sua suite con le sue guardie del corpo che ti passano foglietti con le sue richieste. Banderas ti chiede di accompagnarlo da Fendi per far spese e Monica Bellucci accetta di venire a cena anche se ci sono altre persone.\"
Momenti particolari, divertenti o imbarazzanti?
G.P. \"Il più imbarazzante, ma risolto in maniera più serena di quanto sembrava allinizio, è stato con Pedro Almodovar, quando venne in Italia per Tutto su mia madre. Due giorni prima del suo arrivo ricevemmo la notizia che sua madre era venuta a mancare. Promuovere un film con un titolo simile, per non parlare della dedica alla madre, poteva indubbiamente risultare difficile per lui. Per un attimo si è prospettata la possibilità che non venisse più e sarebbe stato un vero peccato, perché parte del successo del film poteva dipendere proprio la sua presenza. Inoltre cera già odore di Oscar e il film aveva ricevuto molti consensi a Cannes. Alla fine siamo riusciti a convincerlo promettendo che la notizia di questa morte improvvisa non sarebbe trapelata. In quei giorni Miguel Bosè in visita a Milano parlando con alcuni giornalisti accennò al dispiacere per la scomparsa della mamma del suo carissimo amico Pedro. Il giorno della conferenza stampa abbiamo chiesto ad ogni giornalista, uno per uno, di non accennare alla madre altrimenti si sarebbe corso il rischio di vedere Almodovar abbandonare in lacrime la conferenza. Alla fine lo stesso regista ha sdrammatizzato con spirito la cosa.\"
Qual è stato il personaggio più difficile?
\"Indubbiamente Madonna, direi persino pericolosa piuttosto che difficile.\"
Pericolosa perché?
G.P. \"Ci ha messo in situazioni tremende. Era venuta in occasione della promozione del film Evita e alla serata dellanteprima, organizzata con personalità politiche oltre che dello spettacolo, è arrivata con una ora e tre quarti di ritardo. Ci siamo trovati in mezzo: da una parte gli invitati che ci incolpavano del ritardo e dellorganizzazione pessima e dallaltra le sue guardie del corpo che dicevano di non volerla fare arrivare perché le transenne e le pedane non erano a distanza di sicurezza dalla folla. Poi quando finalmente è arrivata in sala è stata fischiata.\"
B.L. \"Non è finita qui. Il giorno dopo si è rifiutata di scendere in conferenza stampa a meno che non ci fossimo addossati la colpa, a nome di Cecchi Gori, del suo ritardo della sera prima.\"
G.P. \"In realtà abbiamo saputo che anche per lanteprima di Madrid si è comportata allo stesso modo, arrivando con unora e mezzo di ritardo.\"
E gli italiani, sono altrettanto capricciosi?
B.L. \"Sì naturalmente, ma con loro è relativamente più facile, sono qui e abbiamo la possibilità di un contatto continuo, mentre la star straniera è lontana miglia, oltre al fatto che tra noi e loro ci sono decine di persone: agenti, uffici stampa, distribuzione, produzione e cosi via.\"
G.P. \"E sono proprio queste persone che fanno da cuscinetto a creare maggiori difficoltà.\"
Parlando di star italiane voi avete seguito fin dallinizio Leonardo Pieraccioni. Comè stato il vostro rapporto con lui, e quali cambiamenti ci sono stati?
G.P.Quando Cecchi Gori ci ha chiesto di lanciare Leonardo lui era ancora un cabarettista in Toscana, completamente sconosciuto. Enrico Lucherini in quelloccasione ebbe una delle sue idee geniali. Organizzò una specie di conferenza stampa a sorpresa, travestendola da cena. Invitò alcuni giornalisti a casa sua e mentre tutti erano seduti a tavola si è aperta una porta ed è comparso Leonardo con un leggio. Si è messo a parlare di sé e del film che avrebbe presto concluso (I laureati, ndr). Levento curioso e il personaggio decisamente esilarante, creò quella sorpresa necessaria per incuriosire sufficientemente tanto da scrivere su di lui. Poi lo abbiamo portato ovunque, in ogni programma televisivo, puntando sulla sua scioltezza nella comunicazione. Il suo primo film fu un grande successo e la storia del Ciclone la conoscono tutti.
B.L. \"Leonardo è sempre lo stesso non è cambiato però, è rimasto la stessa persona simpatica e avvicinabile di prima.\"
G.P. \"Come anche personaggi come Verdone o Vincenzo Salemme. Nonostante il grande successo restano le persone vere di prima.\"
Capita però di occuparvi di film che non vi piacciono, che succede in quel momento?
G.P. \"Lentusiasmo se non cè te lo fai venire.
B.L. \"E poi è difficile non appassionarsi ad un film quando lo segui da vicino come spesso facciamo noi. Leggiamo i copioni, conosciamo gli attori e i registi, a volte andiamo anche sui set. Questo crea un tale legame con il film che alla fine difficilmente riesci ad essere obiettivo e quindi ti piace e basta.\"
Qual è il vostro sogno nel cassetto?
G.P.\" Non ho particolari velleità, quello che faccio mi piace troppo, del resto ho cominciato a 22 anni e se non ne fossi stato appassionato non avrei continuato per i successivi 17, ma mi piacerebbe partecipare alla produzione di un film e ancor di più alla stesura di una sceneggiatura.\"
B.L. \"Il mio sogno invece è diventare brava come Gianluca.\"