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Firewall-Accesso negato

Una banca, un funzionario che mette a punto una complessa rete di protezione. Codici d'accesso, software ultramoderni. Ma nel sistema c'è un anello debole: la sua famiglia. Un criminale è pronto ad approfittarne...

Firewall - Accesso Negato

19.05.2009 - Autore: Francesco Persili
Jack Stanfield (Harrison Ford) è un funzionario di alto livello della Landrock Pacific Bank di Seattle. Ideatore e responsabile dei sistemi di sicurezza della rete informatica della banca, è riuscito a mettere fondi e depositi al riparo dagli hackers grazie ad una efficace e complessa rete di codici di accesso, tracciatori, e firewalls (da cui il titolo). Ha una bella casa, una famiglia felice, un’ottima reputazione. Cavalca il suo sogno americano, insomma. Ma la sua vita sta per essere sconvolta. C’è un criminale, Bill Cox (Paul Bettany), impassibile e capace di compiere ogni nefandezza senza turbarsi, uno di quei tipi che prima uccide a sangue freddo e poi mangia biscotti davanti alla tv. Da tempo sta passando sotto la lente di ingrandimento ogni movimento di Jack e dei suoi cari. Arriva a seguirlo in ufficio, controlla la sua attività on-line. Osserva ed ascolta ogni cosa. Confidenze, telefonate. Conosce orari, abitudini, il nome degli amici. Viene a sapere dell’allergia di cui soffre il piccolo di casa. Dopo aver rovistato in ogni angolo dell’esistenza degli Stanfield, passa alla seconda parte del piano. Con alcuni complici neutralizza il sistema d’allarme del comprensorio, irrompe nella villa, trasforma in un lungo incubo un tranquillo pomeriggio di pizza e di svago. Prende in ostaggio moglie e figli. Minaccia di ucciderli. A Jack non resta che collaborare. Trovare una falla nella rete di sicurezza da lui stesso creata, ché ogni sistema che viene ideato può essere violato, sottrarre alla banca cento milioni di dollari, trasferirli su un conto off-shore di Cox. Far sparire ogni traccia. Per salvare la sua famiglia, un uomo affronta una sfida tremenda. Una corsa contro il tempo in cui le regole del gioco cambiano istante dopo istante, sequenza dopo sequenza. Jack deve seguire le istruzioni del suo aguzzino, assecondarne l’avidità, apparire come il vero colpevole. Ma anche rischiare, acquisire un vantaggio, cercare un modo, qualcosa che gli permetta di trattare il rilascio della sua famiglia. Senza farsi scoprire. Perché la posta è per tutti e due troppo grande. Per Jack, la salvezza delle persone che ama di più al mondo. Per Cox, la realizzazione del colpo della vita. E se dovesse fiutare la trappola, allora le cose potrebbero davvero mettersi male...

Il film oscilla tra il thriller e l’action-movie. Si snoda dentro atmosfere claustrofobiche, a tratti noir, anche se non fuma nessuno, mentre fuori la pioggia viene giù. Girato prevalentemente in due stanze e mezza, indaga da angolazioni diverse ambienti saturi di ansia, panico, pericolo. Compulsa in modo impietoso la nostra vulnerabilità. Insinua il dubbio: ”Se non puoi stare sicuro nel tuo salotto, allora dove?”. Espunge comode e rassicuranti sicurezze intanto che prende quota il duello tra l’uomo della strada, l’eroe che in una situazione estrema fa ciò che la situazione richiede, ed il freddo criminale, lucido nelle intenzioni ed imprevedibile nelle reazioni, antagonista perfetto, che considera il rapimento alla stregua di una transazione d’affari. Harrison Ford, l’archeologo più famoso della storia del cinema, poi, rimane ”uno stupendo genere a sé”, per dirla con Basil Iwanyk. Sensibile, credibile, emozionante. Qualcuno con cui ci si può identificare. Lo guardi e dici: ”sì, anche io avrei fatto così”. Ha carisma, istinto, comprensione e padronanza del ruolo. Mantiene alta la tensione. Colma con la sua abilità le lacune di un trama nel complesso floscia, poco strutturata. Alla pellicola va riconosciuto il merito di aver colto alcuni decisivi cambiamenti avvenuti nella nostra società. Non è più il tempo delle grandi rapine in banca con armi in pugno e assalti scalmanati al caveau. Non si combatte più a colpi di pistola ma si lavora di fino grazie a sofisticati dispositivi elettronici: hardware, palmari, cellulari, iPod, microfoni miniaturizzati. Siamo nel cyberspazio, un mondo informatizzato in cui enormi quantità di denaro vengono controllate da software e tastiere. Codice binario, soldi virtuali. Ma gli scontri fisici rimangono quelli di sempre. Ruvidi, brutali, intensi. Con i tempi giusti tra una mossa ed un’altra. Originale la colonna sonora che tiene insieme i jingles della pubblicità, le sigle dei cartoni e ”Senza fine” di Gino Paoli. La frase:  ”Pensavo che avessimo un accordo, Jack”