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Final destination

Dopo aver abbandonato il secondo episodio di questa fortunata serie teen-horror alla regia di David R. Ellis, l'ideatore James Wong è tornato dietro la macchina da presa per questo terzo episodio

Final Destination 3

19.05.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Id., Usa, 2006.
Di James Wong;
con Mary Elizabeth Winstead, Jesse Moss, Ryan Merriman, Texas Battle

Nel giorno del conseguimento del suo diploma la giovane Wendy (Mary Elizabeth Winstead) si raduna nel paco giochi della sua cittadina per festeggiare insieme agli amici più cari. Prima di fare il classico giro sulle montagne russe la ragazza ha però la tremenda premonizione che la giostra si romperà provocando una strage. Terrorizzata Wendy riesce a scendere prima che il giro parta,e con lei anche alcuni altri ragazzi. La tragedia si verifica puntualmente, e per gli scampati la vita si trasformerà in una corsa contro il tempo per sfuggire alla Morte che reclama le sue vittime…

Dopo aver abbandonato il secondo, pessimo episodio di questa fortunata serie teen-horror alla regia di David R. Ellis, l’ideatore James Wong è tornato dietro la macchina da presa per questo terzo episodio. Il cambio di rotta, o meglio il ritorno all’idea originale, porta un discreta ventata di freschezza al prodotto, anche se come è successo anche nel caso dei due precedenti si ha sempre l’impressione l’interessante spunto iniziale dell’opera viene “declassato” ad horror senza troppe pretese adatto a teenagers in cerca di emozioni dal vago sapore di preconfezionato. A mostrare un po’ di appannamento è la formula che richiede decessi sempre più articolati e bizzarri, che in questo terzo episodio spesso sfociano nell’eccessiva esagerazione che porta al sorriso di scherno invece che alla tensione. L’immissione piuttosto esplicita di un’estetica maggiormente splatter rispetto agli altri due fornisce lo spunto per un paio di scene girate e montate con la necessaria truculenta, ma oltre l’effetto “telefonato” il lungometraggio non riesce quasi mai ad andare.   

Come la messa in scena, anche la trama di “Final Destination 3” promette ma non mantiene: nella sceneggiatura scritta dallo steso Wong insieme a Glen Morgan – autore anche del primo episodio -  vengono infatti immesse alcune trovate potenzialmente molto interessanti (che ovviamente non vi anticipiamo), ma adoperate poi per ottenere soltanto un susseguirsi di scene isolate tra loro e quindi prevedibili.  

Esagerato al limite del parossismo, “Final destination 3 non riesce a far rifiorire una serie che dopo la seconda puntata aveva già dato la netta impressione di essere a secco di spunti originali. Stiamo parlando come al solito del risultato artistico della pellicola in questione, non del suo esito commerciale: come già accaduto per i suoi predecessori, anche questo film si è rivelato al botteghino statunitense un discreto successo commerciale, incassando più di 50 milioni di dollari a fronte di un costo di produzione di soli 25 milioni. Visti gli esiti in sala, non ci resta che prepararci ad eventuali e futuri episodi della serie: speriamo almeno di vedere qualcosa di nuovo ed intrigante…