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Febbre da Oscar a New York

Dalla California a New York si organizzano feste, rinfreschi, barbeque, per questa serata speciale che va in onda ininterrottamente per oltre cinque ore, sospesa soltanto da qualche interruzione pubblicitaria, nonostante il giorno dopo si vada tutti al lavoro.

Oscar 2004

02.03.2004 - Autore: Ray Backscatter
Come ogni anno gli Stati Uniti celebrano la notte degli Oscar con la stessa partecipazione che dalle nostre parti è riservata ai grandi appuntamenti sportivi come i mondiali. E’ infatti un momento dell’identità collettiva particolarmente sentito. Dalla California a New York si organizzano feste, rinfreschi, barbeque, per questa serata speciale che va in onda ininterrottamente per oltre cinque ore, sospesa soltanto da qualche interruzione pubblicitaria, nonostante il giorno dopo si vada tutti al lavoro.   Così, all’aperto o nelle case, a seconda della latitudine e della temperatura, amici vecchi e nuovi si ritrovano regolarmente per trascorrere assieme l’intera serata della domenica davanti allo schermo e commentare lo spettacolo degli spettacoli. Le tavole vengono imbandite con buffet e bibite, e per l’occasione si noleggiano o si prendono in prestito videoproiettori per consentire a tutti i partecipanti una visione il più possibile spettacolare.   La notte degli Oscar è così sentita che per queste serate non solo molti abbandonano l’eterno ed onnipresente stile casual per indossare tuxedo e abiti da sera, o al limite qualcuno si traveste pure da hobbit per l’occasione, ma si distribuiscono addirittura fogli prestampati con l’elenco di tutti i premi e le relative nomination, in modo che ogni presente possa scommettere sul vincitore per ciascuna categoria.   Sullo schermo la camera indugia regolarmente a ritrarre i fortunati partecipanti assiepati nella platea dei supervip e i loro sguardi, le loro reazioni a ciascun vincitore vengono accuratamente trasmessi a sottolineare le complesse relazioni professionali ed emotive che legano al proprio interno i numerosi membri della grande famiglia hollywoodiana presenti.   Gli organizzatori della festa a casa intanto si occupano di verificare le risposte di ogni partecipante sulla relativa scheda mano a mano che i vincitori vengono annunciati e un volontario trascrive poi i risultati su un tabellone predisposto ad hoc a fianco dello schermo, in modo che nel corso dell’intera serata si possa seguire simultaneamente il procedere delle scommesse e la competizione locale per il premio di ”migliore-cinefilo-aderente-allo-Hollywood-pensiero”.   Fin dall’inizio è facile indovinare che ”Il signore degli anelli” avrebbe stravinto in quasi tutte le categorie. Il premio a Charlize Theron, consegnato da Nicole Kidman, incontra l’approvazione generale, mentre Sean Penn si guadagna politicamente il rispetto dei colleghi nominati o meno che non sono stati premiati, dichiarando di voler condividere simbolicamente con loro l’ambita statuetta. Ampiamente condivisi anche i premi ad Annie Lennox e al film di animazione ”Finding Nemo”.   Intanto in casa si consumano gli snack, si beve e ci si entusiasma ad ogni vincitore indovinato, ma l’occasione offre anche il pretesto per attaccare discretamente bottone tra singles e magari iniziare qualche flirt, approfittando della distrazione generale.   Tra gli highlight della serata dell’anno un Robin Williams in gran forma fa il verso alla Janet Jackson del Superbowl tentando discretamente di esporre il proprio seno sinistro in pubblico. Commovente l’omaggio a Bob Hope. Straordinario Blake Edwards, già autore di tanti capolavori della storia del cinema, che incarna come nessun altro lo spirito dello spettacolo ad oltranza. Lanciato a gran velocità su una sedia a rotelle attraversa l’intero palcoscenico e ghermisce la preziosa statuetta al volo per poi sfracellare con un finto piede rotto che funge da ariete una finta parete al capo opposto del palco. Meritevole Sofia Coppola (per la miglior sceneggiatura originale) nel ringraziare mari e monti freudianamente si dimentica proprio del celebre padre Francis, che intanto era lì entusiasta in platea ad applaudire. La camera non indugia sulla sua reazione per delicatezza.   Al termine della kermesse, anche nella casa alla fine vengono premiati pubblicamente i primi tre arrivati con una piccola cerimonia che nell’imitare quanto accade sul grande schermo, trasforma la festa in un prolungamento del teatro hollywoodiano. Anche l’ultimo classificato merita una menzione speciale per il pubblico degli amici riuniti davanti allo schermo. Per non farsi ricordare come perdente, ha saggiamente deciso di abbandonare la festa prima della fine, avendo ormai visto la malaparata, e ci lascia un messaggio che viene letto pubblicamente. Ringraziando i suoi genitori per avergli dato così scarso intuito, echeggia i discorsetti dei veri premiati sullo schermo e saluta dichiarandosi in viaggio per Hollywood.