Biennale Venezia 2013
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Il cinema dopo il cinema: The Canyons approda al Lido

Paul Schrader, Bret Easton Ellis e il pornodivo James Deen parlano del loro film

James Deen

30.08.2013 - Autore: Marco Triolo
Si sapeva già che James Deen non era quello che tutti si aspettano in quanto superstar del porno americano. L’attore protagonista di The Canyons, il nuovo film di Paul Schrader presentato in anteprima fuori concorso alla Mostra di Venezia, è una persona loquace, eloquente, con le idee chiare e soprattutto capace di imbastire con estrema lucidità un discorso sul cinema e non solo quello “per adulti”.

Lo abbiamo incontrato, insieme a Schrader e allo sceneggiatore Bret Easton Ellis, durante la conferenza stampa di The Canyons. Grande assente, come già detto, Lindsay Lohan, altra star del film, che Schrader ha definito “un’attrice senza paura che però si fa trascinare troppo dal momento in un modo che è estenuante per lei e chi le sta intorno”. Nessun altro commento è stato riservato alla problematica attrice, probabilmente per evitare dichiarazioni scomode o travisabili.

Schrader e Ellis hanno invece parlato molto del processo creativo dietro a The Canyons, concepito, nelle parole del regista, come “cinema per l’era post-cinematografica”. “La sfida è stata scoprire se fosse davvero possibile fare un film seguendo questo modello nuovo, cioè producendolo, promuovendolo e distribuendolo attraverso i social media”. E ancora: “Volevo fosse chiaro da subito che questo era un film inteso per l’era multi-piattaforma, per il direct to video. Per questo ho messo le immagini dei cinema chiusi, altrimenti la gente avrebbe pensato che fossimo finiti nel Video on Demand non per scelta”.

“Ho iniziato a scrivere il film nel gennaio 2012 – ha dichiarato Ellis – L’ho scritto come volevo, Paul ha approvato la sceneggiatura perché la nostra era una visione del mondo condivisa. L’idea era che non ci sarebbero state le note degli Studios, che avremmo preso il materiale così com’era e ne avremmo fatto un film senza soldi. Ci abbiamo messo poco più di un anno a completarlo ed è venuto fuori molto meglio di quello che mi aspettassi, molto elegante per essere stato girato con 150.000 dollari”.

In The Canyons non mancano le scene di sesso, e dunque a Deen viene chiesto come mai oggi non si facciano più film porno narrativi come negli anni Settanta e Ottanta. “In realtà ce ne sono molti ancora oggi, ma è impossibile sviluppare bene un personaggio nel tempo che ti danno. Questo da un lato semplifica le cose, dall’altro toglie qualcosa alla storia. Per questo la gente pensa che i film porno narrativi siano barzellette”. “Negli anni Settanta – interviene Schrader – c’era il sogno di fare un film che fosse sia esplicito che d’autore, ma non credo che sia possibile, perché penso che la parte del nostro cervello che risponde alle immagini esplicite sia diversa da quella che risponde alla narrazione. Il nostro cervello, semplicemente, non vuole vedere un film così”. È d’accordo Deen: “Piuttosto che film adulti mainstream, credo che vedremo una sempre maggiore accettazione delle immagini esplicite nei film mainstream”. Qualcuno, infine, lo paragona a Richard Gere in American Gigolo: “Io la stessa aria da spaccone di Gere? Dovete dare credito a Paul, è lui il collegamento tra i due!”.

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