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Home Video: Le meraviglie di Gravity alla prova Blu-Ray 

Il miracolo visivo di Cuarón pronto per lo schermo di casa. La parola al produttore David Heyman

26.02.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Chissà come se la caverà Gravity sugli schermi ad alta definizione e sui proiettori di casa nostra dopo essersi affermato come una delle più incredibili esperienze cinematografiche degli ultimi anni. Un must da vedere su uno schermo enorme, in rigoroso 3D e con un audio che travolge completamente chi sta a guardare. Riuscirà il film di Alfonso Cuarón a offrire la stessa "performance" anche in Home Video? Di certo la Warner Bros. ha pensato bene di armarsi fino ai denti per supportare il film nei formati DVD, Blu-Ray e Blu-Ray 3D (in questi ultimi due formati è disponibile sia in audio DTS HD che Dolby Digital 5.1).


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In occasione dell'uscita siamo tornati a chiacchierare con il produttore del film, David Heyman, che ha ricordato le grandi sfide dello sforzo creativo e finanziario: una scommessa al buio durata quattro anni. Se Gravity vincerà l'Oscar come miglior film (ed effettivamente è il rivale più diretto del favorito 12 anni schiavo) ci sarà Heyman a ritirare la statuetta sul palco. “Alfonso e io siamo grandi amici: è il padrino di mio figlio – ci racconta il produttore - Detto questo è un genio e se mi avesse proposto un film sull'elenco del telefono, io glielo avrei prodotto”. E' curioso come Heyman – l'uomo che ha prodotto la saga di Harry Potter – riveli come sia lui che Cuarón, nonostante budget e talento, abbiano dovuto rinunciare ad alcuni progetti a causa della crisi finanziaria: “Inizialmente non dovevamo girare Gravity. Avevamo un altro progetto da fare insieme, ma tutto è crollato a causa della crisi”.

Sentire queste parole dall'uomo che ha prodotto otto film di Harry Potter fa particolarmente effetto...
Harry Potter è stato il regalo dei regali: mi ha aperto tante porte e mi ha fatto guadagnare abbastanza tempo. Oggi però trovare il budget per realizzare un film è un vero inferno: nessuno rischia più.


Clooney e Bullock sul set di Gravity

Qualche mese fa è stato Spielberg a parlare della crisi dei blockbuster che potrebbero non avere un futuro roseo...
Il problema nasce nel momento in cui si sottovaluta l'audience. I nostri spettatori sono molto più intelligenti di quanto gli Studios pensino: tutto quello che chiedono sono solo buone storie, che siano raccontate bene. Eppure si continuano a realizzare film basati su altri film, che sono basati a loro volta su altri film. Succede in America come in Europa, ricordate ad esempio il fenomeno Full Monty? Ricordate che poi uscì Calendar Girls? C'è bisogno di continuare costantemente a catturare l'interesse del pubblico, oggi più che mai. L'era digitale ha rivoluzionato il modo di raccontare le storie. Ci sono tantissime forme di entertainment oggi, dunque come facciamo noi del cinema a tenere testa alle serie TV, al VOD a Youtube? Per come la vedo, il vero rischio è che gli americani faranno sempre meno film e tutti i film prodotti saranno blockbuster enormi.

Come mai dunque puntare su un cavallo rischioso come Gravity?
Due ragioni: tornare lavorare con Alfonso dopo il terzo Harry Potter e realizzare finalmente una storia più intima e personale. Perdonate il gioco di parole, ma con Gravity ho provato a raggiungere le stelle. Da produttore voglio anche io fare franchise, sequel e film basati su fumetti, però per una volta ho cercato una vera sfida.

La sfida è anche nel cast. Cuarón ha proposto il ruolo della protagonista a tante altre attrici prima che la produzione ingaggiasse Sandra Bullock, una delle più grandi star americane che in alcune nazioni europee - ad esempio l'Italia - non è mai esplosa...
Abbiamo scommesso su Sandrà perché è straordinario vedere come riesce a essere vera emotivamente. Ci credi subito: lei non recita, lei è quella donna. Non ci abbiamo messo tanto a capire che sarebbe stata l'attrice perfetta per reggere l'intero film sulle sue spalle e rimanere in scena da sola per cinquanta minuti. Sta tutto nel suo viso: Sandra ha un vissuto molto intenso e lo si vede guardandola negli occhi. E poi è accessibile, nel senso che permette agli spettatori di empatizzare con lei nel più rapido tempo possibile.


Qui la nostra videointervista esclusiva al regista e a Sandra Bullock incontrati a Venezia

A questo punto devo chiederle di George Clooney e di quanto quell'unica sua inquadratura in cui lo vediamo senza casco sia stata richiesta dallo Studio...
(ride) No, non è stato lo Studio. Era funzionale alla trama. Se Sandra riesce ad avere accesso subito al cuore degli spettatori incarnando il dramma di questa donna, George è perfetto per intervenire sui toni e alleggerire un po' il film. E lo fa senza mai smettere di essere credibile come veterano dello spazio.

Come fa un produttore a gestire il genio di Alfonso Cuarón? Immagino che uno come lui da una parte prepari il film in maniera impeccabile, dall'altra sia pronto anche a cambiamenti last minute...
E' proprio così. L'uscita del film è stata posticipata più volte. Eravamo sicuri di averlo finito, ma poi Alfonso è venuto da me dicendo: “David ho una nuova idea su quella prima scena. Vorrei poter rigirare quell'inquadratura e rovesciarla di centottanta gradi”. Ricordo di avergli detto: “No! Sono ormai quattro anni che lavoriamo a questo film. Basta!”. Naturalmente, alla fine mi ha convinto e soltanto per girare quei pochi minuti ci sono voluti altri due mesi e mezzo. La Warner non ha battuto ciglio e ci ha supportati.

Gravity è costato almeno ottanta milioni di dollari. È stato realizzato interamente in studio: non siete andati nello spazio, non avete girato in esterni. Eravate altamente armati di tecnologia. A distanza di tutti questi mesi, qual è stato dunque il vero incubo produttivo del film?
Ogni inquadratura del film contiene un qualche elemento digitale. Lo abbiamo preparato al millimetro prima di girare. Di solito girare il film e preparare gli effetti speciali sono due processi consequenziali e separati, questa volta li eseguivamo tutti e due insieme: ci siamo ritrovati a giravare nella stessa sede della compagnia degli effetti speciali. Anche montarlo non è stato facile, la prima versione del film era lunga centodieci minuti. Alla fine siamo scesi a novanta.


Gravity: il poster della campagna agli Oscar. Il film ha ottenuto dieci nomination dell'Academy

Da produttore le tremano le gambe la prima volta che vede il primo montato di un film?
Sempre, soprattutto con Harry Potter e Gravity. E' sempre andata così. Però fa parte del ciclo produttivo: la frustrazione nell'assemblare il budget, poi c'è il primo giorno di riprese che è un po' come una meta. Quel giorno ti senti forte come un leone, perché pensi che tutto sia possibile.

Dunque è successo anche con Harry Potter?
La prima volta che ho visto il primo film, sono uscito dalla sala preoccupatissimo. Poi abbiamo lavorato duramente al montaggio. Ho capito che il rischio più frequente (e l'errore più grande) quando fai film di “Family Entertainment” è rivolgerti solo a un pubblico giovane trattando gli spettatori come ragazzini. No, devi trattarli come gente matura. Devono sentirsi ispirati. A loro piace.


David Heyman, produttore di Gravity

Poco fa parlavamo di film tratti dai fumetti. Uno Studio come la Marvel calcola già i film che realizzerà tra sei o sette anni. Vorrei chiedere se la stessa cosa succede al produttore di Gravity. Anche lei vede il suo business così lontano nel futuro?
Sei o sette anni? Spero di essere vivo per quella data! Mi sento più vicino ai film di Alfonso: anche se sono ambientati nel futuro, parlano di vivere il presente. Da Y Tu Mama También ai Figli degli uomini e certamente Gravity. Ho dei progetti in cantiere: alcuni accadranno, altri no. Da poco abbiamo girato Paddington, che era un film a cui abbiamo lavorato per almeno otto anni. Otto anni di preparazione e abbiamo potuto realizzarlo soltanto lo scorso ottobre. Sto anche lavorando a un progetto in cui racconteremo di insetti che cantano canzoni dei Beatles. Abbiamo i diritti di dieci canzoni della band e abbiamo anche un regista: Jay Roach di Ti presento i miei.

L'ultima domanda è quella tradizionale: qual era il poster che aveva in camera da ragazzino?
Quello dell'Arsenal. E da tifoso posso dirti che non è mai stata una vita facile!

Gravity è disponibile nei tre formati DVD, Blu-Ray e Blu-Ray 3D. Tra i contenuti speciali del Blu-Ray una serie di dietro le quinte per saperne di più sulla realizzazione e i segreti del film e confrontarlo con le vere dinamiche di una missione spaziale. Tutte le edizioni contengono il cortometraggio Aningaaq diretto da Jonas Cuaron che ripropone una scena del film raccontandola da un punto di vista inedito.
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