Ci ha cresciuto come una specie di fratello maggiore con la benda sull'occhio, di nero vestito, munito di sciabola/fucile, pronto a farla pagare agli alieni intenzionati a impadronirsi del nostro mondo. Chi viaggia sui trenta, ma anche quaranta, ricorda perfettamente quella sigla, “Fammi volare, capitan senza una meta”, un volo nello spazio siderale che è anche volo della fantasia. Capitan Harlock, personaggio capolavoro creato da una delle più grandi menti del fumetto giapponese, quel Leiji Matsumoto responsabile anche di cult come La corazzata Yamato, Galaxy Express 999 e La regina dei mille anni.
Harlock approda quest'anno al grande schermo con un film in computer graphic, Capitan Harlock 3D, che intende rilanciarne il mito, obbiettivamente un po' appassito negli ultimi vent'anni. Abbiamo incontrato Leiji Matsumoto e il regista Shinji Aramaki in occasione della presentazione del film al Festival di Venezia. Le nostre interviste.
Leiji Matsumoto
Quali sono le maggiori differenze tra il suo Capitan Harlock e quello del film? E dove, invece, il personaggio è rimasto immutato?
Preferirei non paragonarli, disegnare un personaggio su un foglio di carta è completamente diverso dal realizzarlo in CGI. Capitan Harlock deve stare al passo con i tempi e confrontarsi con le nuove tecnologie.
Ci sono grandi differenze nella trama e nel background di Harlock rispetto all'originale. Quanto è stato difficile affidare un suo personaggio ad altri autori e lasciare che lo modificassero?
Questo film è il risultato di un lavoro di squadra. Certamente per me è stato difficile lasciare Harlock agli autori, perché loro hanno naturalmente altre idee sul personaggio e la storia. Abbiamo avuto tante discussioni, e questo è molto importante. Ma alla fine bisogna trovare un punto di incontro, una soluzione che vada bene a tutti.
Da dove nasce l'idea di un pirata spaziale?
Mi è venuta da bambino guardando il cielo. Pensavo che fosse molto simile al mare, e da lì è nata l'idea. Da un sogno della mia infanzia.
Ci sarà la possibilità di vedere un film su Galaxy 999, realizzato con la stessa tecnica?
Se ne è parlato, ma tutto dipende dal successo di questo film. In fondo, nella mia testa Galaxy e Harlock fanno parte di un'unica grande storia ambientata nello stesso universo.
Capitan Harlock ha fan in tutto il mondo, persino in Italia. Qual è il segreto del successo di un personaggio capace di catturare un pubblico così vasto?
Non ho mai pensato di creare a tavolino un personaggio che funzionasse in tutto il mondo. Ci ho messo semplicemente tutto quello che sentivo, in maniera sincera, e penso che la gente abbia avvertito la sincerità dei miei sentimenti. Quando sei sincero non ci sono limiti.
Shinji Aramaki
Rispetto al manga, ci sono diversi cambiamenti nella storia e nel background di Harlock, oltre al fatto che ci sono diversi personaggi nuovi. Come mai queste scelte?
Volevo fare qualcosa di diverso rispetto agli altri film e alla serie, qualcosa che credevo sarebbe piaciuto al pubblico. Volevo concentrarmi soprattutto sul fatto che Harlock è un pirata e compie azioni da pirata, quindi ho tolto di mezzo gli alieni invasori. E poi volevo un grande spettacolo e tante battaglie spaziali.
A Hollywood si vedono sempre più spesso film ibridi tra live action e animazione al computer. Perché lei invece ha optato per un film di sola animazione?
L'animazione giapponese ha molti fan nel mondo, ma non ha una grande tradizione 3D. Io intendevo raggiungere un pubblico più ampio e per farlo dovevamo superare noi stessi e tentare la strada della CGI. Inoltre, spesso Hollywood prende i nostri anime e li adatta al live action, e Harlock per poco non ha fatto questa fine, avevano scelto Christian Bale nel ruolo, ma poi il progetto è crollato. Così, invece di lasciare Harlock a Hollywood, abbiamo pensato di farlo in maniera appropriata dal Giappone e l'unico modo per raggiungere tutti era usare la CGI.
Oggi sembra esserci anche una moda per i film post-apocalittici e questo non è da meno. Cosa ne pensa?
Forse la ragione è che, per un autore, è più facile esprimersi liberamente e creare un mondo nuovo ma allo stesso tempo famigliare e realistico, senza il bisogno di giocare all'interno delle regole del mondo reale. Allo stesso tempo al pubblico piacciono le storie in cui ci si risolleva dalla distruzione e si ricomincia da capo. Dunque è una congiunzione perfetta tra gusto del pubblico e libertà creativa.
Il film si chiama Capitan Harlock, ma il vero protagonista è Logan. Harlock sembra più uno spirito che infesta la nave...
È vero, il film non si concentra tanto su quello che fa Harlock, che è quasi una presenza simbolica, quanto su come Logan reagisca alla sua presenza e come ciò lo porti a crescere. Era mia intenzione porre la domanda: “Che cos'è realmente Harlock, un uomo o un simbolo?”. E volevo anche che la domanda rimanesse senza risposta. Non è un modo per aprire la strada a un sequel, quando ho realizzato il film al sequel nemmeno ci pensavo.
Pensa che Capitan Harlock sia ancora attuale, che possa far presa sul pubblico dei giovani?
Trent'anni fa era certamente più conosciuto, ora non è più tanto popolare come quando ero giovane. Ma va detto che una delle ragioni per cui abbiamo deciso di realizzare il film era proprio riportarlo in auge, perciò la nostra speranza è che possa raggiungere anche il pubblico più giovane.
In uscita il primo gennaio, Capitan Harlock 3D è distribuito in Italia da Lucky Red. Qui potete leggere la nostra recensione.
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Leiji Matsumoto: “Harlock deve stare al passo coi tempi”
Intervista al creatore e al regista di Capitan Harlock 3D
18.12.2013 - Autore: Marco Triolo