Natale 2013
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La nuova sfida di Paola Cortellesi: diventare antipatica

Un boss in salotto supera il milione e mezzo di euro in un solo giorno. L'intervista al regista

03.01.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Paola Cortellesi antipatica in un personaggio di commedia. “Un ruolo detestabile – a detta della stessa attrice - Un personaggio che non amo. A cui ho dovuto imparare a volere bene”.

La vediamo così in Un boss in salotto, donna del sud trapiantata al nord, madre di famiglia che ha rinnegato le sue radici, tagliando i ponti con il suo passato e imparando a sfoderare un forzatissimo accento nordico. “Anche se è una che maltratta i figli e il marito e che è scortese con il fratello. Ha una sua fragilità e mi piaceva sia questo che l'idea di divertirmi con un dialetto particolare – afferma l'attrice - È un personaggio scorretto, una donna molto fastidiosa, l'ho interpretata pensando che questo suo modo di fare potesse essere più divertente che irritante”.

Papaleo e Cortellesi in Un boss in salotto

Uscito nelle sale nel primo giorno dell'anno, Un boss in salotto ha incassato oltre un milione e mezzo di euro in sole 24 ore. Una media copia di 3440 euro. Per averla come protagonista del film, il regista Luca Miniero ha coinvolto l'attrice in fase di sceneggiatura: “Paola è un talento enorme – afferma il regista – Anche perché possiede delle qualità che riconosco in poche attrici italiane: riesce a scuotere la farsa. Tutte quelle situazioni comiche portate all'estremo, lei è in grado di renderle sempre credibili. Dunque attorno alla esagerazione c'è sempre una possibilità di realtà, dal momento che Paola è drammaticamente credibile nelle sue follie”.

Miniero, la Cortellesi dice di non aver amato subito questo personaggio. Quanto è vera questa affermazione?
Lo ha amato. Penso che certamente non ci sia nulla di lei come persona all'interno del ruolo. Però in questo film tutti i personaggi, anche quelli più negativi, hanno una grande umanità.

E' vero che ha offerto alla sua protagonista di lavorare alla sceneggiatura?
Quel ruolo l'ho scritto pensando a Paola. Lei ha contribuito leggendo le varie stesure della sceneggiatura, aggiungendo alcune note. Ha privilegiato in primis il film più che il suo personaggio.

La Cortellesi in una scena di Un boss in salotto

Su quali dinamiche dunque la Cortellesi ha lavorato alla sceneggiatura?
Il tema principale sul quale si è dibattuto era proprio questa antipatia per un personaggio di commedia. Una donna che nessuno vorrebbe avere come moglie: dovevo renderla umana, fragile e infine simpatica.

Nel trattare e sviluppare questo materiale narrativo - la storia di un presunto boss della camorra che riallaccia i rapporti familiari in attesa del processo -  avete puntato più sulla delicatezza o vi siete tuffati di pancia?
Un po' tutte e due le cose. Un boss in salotto descrive situazioni comiche molto popolari, ma mantiene una cornice delicata. Dunque da una parte ho seguito il mio istinto, dall'altra mi interessava fare una commedia popolare. Questo è il film.

Paola Cortellesi e Luca Argentero in Un boss in salotto

Dopo aver diretto i due film della serie Benvenuti al sud con Bisio e Siani, si è sentito più libero fuori da un franchise?
Certamente più libero rispetto alle regole di un sequel. In realtà un film porta sempre stress, ma dipende come lo affronti: la commedia è stressante in particolare, dal momento che capisci immediatamente se piace o meno.

Un boss in salotto è distribuito nei cinema da Warner Bros.

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