Natale 2013
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Capitan Harlock - La nostra recensione

Un film spettacolare ma che manca di cuore e soprattutto di sceneggiatura

Capitan Harlock

05.09.2013 - Autore: Marco Triolo
Leiji Matsumoto è considerato a buon diritto il padrino della fantascienza fumettistica giapponese. Le sue creature, Corazzata spaziale Yamato, Galaxy Express 999, La regina dei 1000 anni e Capitan Harlock, sono alcune delle opere più evocative nella storia di manga e anime.

Non stupisce dunque che, in epoca di revival benedetti dalle nuove tecnologie digitali, si sia tentata la strada del reboot, affidato alla regia di Shinji Aramaki, autore di Appleseed e Starship Troopers: Invasion. Visto il background del regista, si è scelto di optare per un lungometraggio di animazione CGI che lascia in parte l'amaro in bocca, perché sarebbe stato molto più soddisfacente vedere un film ibrido come John Carter, con spettacolari paesaggi digitali e attori in carne ed ossa.

Il pregio di questo Capitan Harlock 3D è senz'altro la grafica digitale delle battaglie spaziali, che deve molto a Guerre stellari ma guizza di vita propria, trascinando lo spettatore in un turbine di roboanti effetti speciali, design complicatissimi - eppure fedeli, a partire dall'astronave Arcadia, ai disegni originali di Matsumoto - e scenari da mozzare il fiato. Il guaio è che, non appena entrano in scena i personaggi umani, sembra di assistere al filmato di presentazione di un videogame. I movimenti, il design dei volti e delle acconciature, tutto fa pensare a un mediocre prodotto direct to DVD e fa immediatamente ricordare il sequel di Starship Troopers diretto da Aramaki.

Ma i problemi veri risiedono nella sceneggiatura: non tanto perché si allontana dalla trama originaria, dato che lo fa per una buona ragione e di fondo c'è una bella idea, fedele nello spirito alla saga originaria, anche se in parte copiata da Wall-E. Piuttosto, perché non c'è mai vero trasporto nel susseguirsi degli eventi, che procedono un po' con il pilota automatico. Inoltre, la scelta di mettere al centro della storia non tanto Harlock, quanto la sua spalla Logan - personaggio ispirato a quello di Tadashi ma con un background totalmente diverso - non paga. è abbastanza comune scegliere di far identificare il pubblico non con il protagonista, ma con un personaggio che lo affianca e che diventa così il vero centro della storia. Ma in questo caso, Harlock è fin troppo in disparte, e si aggira come uno spettro di nero vestito per tutto il tempo. Una cifra ovviamente intenzionale, ma che appiattisce un po' troppo un personaggio che nel manga e nell'anime era davvero ben delineato, eliminandone quella malinconia che costituiva un po' il fascino della serie.

Il finale spiega in parte la scelta e a questo punto siamo curiosi di vedere come se la caverebbero in un eventuale sequel. Capitan Harlock non è un brutto film, sia chiaro, ma non è all'altezza delle aspettative dei fan di vecchia data.

Lucky Red distribuirà il film nelle sale italiane a partire dal primo gennaio 2014.
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