Festival di Roma 2013
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Daniel Pennac porta Malaussène a Roma

L’autore presenta al festival la commedia gialla Il paradiso degli orchi

Daniel Pennac

13.11.2013 - Autore: Marco Triolo
La presenza di Daniel Pennac non può certo passare inosservata, e infatti il celebrato autore francese è stato il personaggio del giorno al Festival di Roma, che l’ha ospitato in occasione della proiezione de Il paradiso degli orchi. Il film è tratto dal suo best-seller omonimo, primo romanzo della saga di Monsieur Malaussène, ed è interpretato da Berenice Bejo ed Emir Kusturica.
 
La storia è stata naturalmente attualizzata e ambientata ai giorni nostri, ma il succo del romanzo rimane lo stesso. Al centro, le disavventure lavorative, famigliari e amorose di Benjamin Malaussène (Raphael Personnaz), impiegato come “capro espiatorio” in un centro commerciale parigino dove iniziano ad avvenire strani delitti, di cui lui è il principale sospettato. In realtà, dietro c’è una brutta storia legata al passato dei grandi magazzini e alla sparizione di alcuni bambini.
 
Non mi aspettavo né fedeltà al libro, né tradimento – ha confessato Pennac durante l’incontro con la stampa, dopo aver ammesso di aver molto apprezzato il film di Nicolas Bary – Quando un autore affida un suo romanzo a un regista, è saggio non aspettarsi nulla ed essere curioso, invece, del risultato. Il film è fedele nel ritmo anche se meno noir del libro. Nicolas voleva concentrarsi sui rapporti famigliari e l’ha fatto in maniera eccellente”.
 
“Ho letto il romanzo per la prima volta a scuola – ricorda il regista – Un giorno, dopo averlo riletto, ho visto un cartellone che pubblicizzava una lettura teatrale di Pennac. Credo molto in questi segni del destino e quindi sono andato a vederlo a teatro, l’ho aspettato all’uscita e gli ho chiesto il permesso di adattare Il paradiso degli orchi”. Sul discorso fedeltà al testo, Bary è d’accordo con Pennac: “Ho cercato di essere il più fedele possibile, in modo che chi ha letto il libro si ritrovasse. Ma sapevo, e in questo ho avuto la benedizione di Daniel, che non bisogna essere fedelissimi, quanto piuttosto rendere la linfa vitale di un romanzo. La mia intenzione era rendere le sensazioni che ho provato leggendolo e trasmettere visivamente l’energia del testo”.
 
Bary ha anche affermato di essersi ispirato a “Fellini, Gilliam, tutti quei cineasti che esprimono un universo barocco e distaccato dalla realtà”. Ambizioni alte, che però non vengono raggiunte in un’opera stucchevole e sovraccarica. C’è molta attenzione alla messa in scena, dove le immagini coloratissime, il montaggio serrato e la cura maniacale del sound design dimostrano quanto i francesi abbiano imparato a lavorare sul mezzo cinematografico a livelli che in Italia possiamo solo sognarci. Ma sembra quasi che Bary abbia voluto sbattere in faccia allo spettatore quanto sia bravo, mentre il testo di Pennac viene appiattito in un gialletto da fiction di Rai Uno con tanto di buoni sentimenti, famiglia bizzarra ma in fondo simpatica e normalissima, amori che sbocciano e finali lieti distribuiti un po’ per tutti. Con il risultato che la visione risulta infine terribilmente indigesta.
 
In uscita il 14 novembre, Il paradiso degli orchi è distribuito in Italia da Koch Media.