Festival del cinema noir 2013
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Dario Argento: “Il mio prossimo film a Bollywood”

Il regista svela i suoi prossimi progetti al Courmayeur Noir in Festival

14.12.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Sono due i progetti a cui Dario Argento sta attualmente lavorando. Il primo è una produzione di Bollywood. “Mi hanno cercato i produttori indiani. Vorrebbero fare un film con me – ci racconta dal Noir in Festival di Courmayeur, dove è arrivato per il convegno sulle nuove factories dell'horror - Sono certo che si farà: lo stiamo scrivendo adesso: vedo questa esperienza come un nuovo tassello per appagare il mio spirito di avventura”.

Dunque dobbiamo prepararci a un mix di horror e musical? Possono questi due genere co-esistere a Bollywood?
In realtà non ci saranno numeri musicali. Sarà invece un film horror, una cosa nel mio stile. Bollywood si sta evolvendo: stanno organizzando nuovi progetti e prendendo nuove strade. Il cinema indiano vuole rinnovarsi e non rimuginare sui soliti musical d'amore. Credo che anche lo stesso pubblico indiano inizi a pensare che quei film sono pesanti.

Qual è invece il secondo progetto?
Una cosa seriale negli USA. C'è un soggetto molto importante e penso che anche quello si farà, però ci vuole più tempo, tanto tempo per preparare una serie.

Dunque sta cercando di ampliare il suo raggio d'azione, recandosi all'estero...
Be', questo è un momento terribile per quanto riguarda il cinema italiano che esce nelle sale, specialmente per quel che riguarda horror e thriller. Quei tipi di film sono quasi scomparsi dalle nostre sale. All'estero invece c'è una diffusione importante anche se, a volte, quegli stessi film stranieri non hanno una buona distribuzione in Italia.

A proposito di serialità, il suo amico e collega George Romero ha definito The Walking Dead “una soap opera con gli zombie”. Lei che ne pensa?
Che ha ragione lui. Ci siamo visti a Londra qualche settimana fa. George è un tipo molto pessimista, lo è sempre stato nella sua vita: al momento non ne può più di vedere tutta la sua filmografia copiata e imitata. Un modo di fare cinema che gli è stato “scippato” da questa serialità.

E lei, invece, c'è un qualche suo progetto del passato che vede declinato in forma di serie TV? Del resto tradurre i film in serie televisiva è uno dei trend del momento...
Spero di no. Meglio non pensarci!

Nell'epoca della serialità e dei seguiti. C'è un sequel che i fan le chiedono o che lei vorrebbe realizzare?
Non sono interessato né ai prequel né ai sequel, però me li hanno chiesti. In passato ho fatto delle trilogie ma quei film erano staccati dall'altro. Sono davvero legato a molti dei personaggi che ho raccontato, però credo che alla fine sia meglio lasciare andare quei film.

Lei dice che l'horror arriva quando uno guarda dentro se stesso. Che deriva dalle paure interiori e dal lato oscuro da cui attinge ogni volta. Dopo quaranta anni di carriera, Dario Argento si è riconciliato con il suo lato oscuro? Lo ha risolto?
Ho raccontato al pubblico dei fatti che mi riguardano e che sono miei, ma non ho ancora risolto il mio lato oscuro. Le paure evolvono e crescono. Le mie sono un po' cambiate.  

Mi chiedo dunque quanto si trova a suo agio sul set. È rilassato tutte le volte che torna dietro la macchina da presa?
Non credo di essere tanto rilassato. Ci sono stati molti film che ho vissuto con un'angoscia produttiva. Un mix di sensazioni: ansia, angoscia ed entusiasmo. È successo su tutti i miei lavori. Detto questo non credo che il set sia il luogo più fantastico, perché un film è fatto di tante fasi.

A differenza di Romero, lei dice di rimanere ottimista. Cosa motiva questa sua positività?
Sono ottimista. E penso che questo brutto momento nel cinema passerà. Vedo tanti giovani che hanno voglia di fare, sono entusiasti e hanno la giusta dose di rabbia. Saranno loro a risolvere questo momento. Purtroppo non accadrà nell'immediato. Ci vuole un po' di tempo.


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