

The Flowers of War

Nell'inverno del 1937, durante il massacro di Nanchino, terribile crimine di guerra perpetrato dall'esercito giapponese in quella che all'epoca era capitale della Repubblica Cinese, un occidentale si rifugia con un gruppo di donne in una chiesa, fingendosi un prete e tentando così di salvare le donne dalla strage.

Televisivo e a tratti kitsch, “The Flowers of War” di Zhang Yimou – presentato Fuori Concorso alla 62sima Berlinale – sarà ricordato
soprattutto per essere una delle prime produzioni cinesi che sia
riuscita ad ingaggiare una superstar occidentale come protagonista.
Yimou esplora il massacro di Nanjing del 1937, ma osa poco nel suo viaggio all'inferno, finendo anche per annoiare:
è piuttosto grafico nelle scene di tortura e morte, ma non si controlla
almeno un po' nella caratterizzazione dei soldati giapponesi invasori, a
volte troppo cattivi, altre volte inspiegabilmente troppo ragionevoli.
Non mancano dunque alcuni momenti di script madness nel corso delle due ore piene del film. Anche la direzione di Christian Bale – seppur bravo e carismatico – solleva non pochi dubbi:
la sua conversione da predone in cerca di soldi e sesso a sacerdote
pronto a dare la sua vita pur di salvare i bambini di Nanjing è
affrettata. Il suo passato viene riassunto al momento sbagliato e nel
giro di pochi secondi grazie a una sola battuta.
L'intero timing è sbagliato ed è il grande problema del film.
Rimangono l'aspetto didascalico della storia, comunque troppo romanzata,
un paio di belle scene di guerra e i bambini che si nascondono insieme a
un gruppo di prostitute all'interno della cattedrale. Sono i più
piccoli a rubare la scena alle bellissime attrici adulte. Anche tecnicamente il film lascia a desiderare:
la fotografia di Xiaoding Zhao tende a essere super elegante in un
paesaggio di dolore e morte, puntando il tutto sulla luce filtrata dal
rosone della Chiesa che illumina i bambini attraverso i vetri colorati.
Una sequenza che nel film viene ripetuta più di una dozzina di volte. Le
musiche, invece, anticipano quello che succederà da lì a breve in
maniera troppo gratuita. Da un regista pieno di talento che ha avuto
novanta milioni di dollari a disposizione e una superstar come Bale, ci
si aspetta decisamente qualcosa in più.
di Pierpaolo Festa