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Il talento della famiglia Mann

Ami Canaan Mann giunge a Venezia insieme al padre Michael per presentare il suo secondo lungometraggio, l'inquietante "Texas Killing Fields"

Venezia 68 - Ami Canaan Mann, Michael Mann

09.09.2011 - Autore: Marco Triolo, nostro inviato al Festival di Venezia
La violenza genera altra violenza, ed è impossibile sfuggire da questa terribile spirale. Soprattutto nella cittadina di Texas City, quarantamila anime a sessanta chilometri da Houston, un luogo all’apparenza tranquillo, ma in realtà tormentato da un’infinita catena di omicidi che continuano almeno da quarant’anni. I corpi delle vittime, per lo più ragazze giovanissime, sono stati trovati nei Killing Fields, un’area palustre che confina con la città, luogo maledetto in cui un tempo risiedeva l’unica tribù cannibale tra i nativi americani.

Materiale inquietante ma affascinante, dal quale Ami Canaan Mann, figlia di Michael Mann, ha tratto “Texas Killing Fields”, storia di due poliziotti (Jeffrey Dean Morgan e Sam Worthington) incaricati di far luce su una serie di delitti. La regista, insieme al famoso padre, qui in veste di produttore, ha presentato la pellicola a Venezia 68. “Mi sono rifatta ad alcuni articoli di giornale – spiega la Mann – ma ciò che mi ha davvero coinvolto sono state le foto delle vittime, che mi fissavano da questa mappa che avevo appeso al muro. Ho sentito il bisogno di raccontare la loro storia”. Le morti non sono solo un espediente per parlare dei protagonisti del film, dunque: “Ho trattato il materiale come fosse una ghost story, come se i Killing Fields fossero una casa stregata. Volevo che nel vento si sentissero le voci delle vittime, la loro presenza”. Il motore della narrazione, secondo Michael Mann, è “la ricerca della verità portata avanti dai detective. E’ questo che suscita l’interesse del pubblico”.

Della figlia, il grande regista dice: “Ami ha una visione unica. Prima di lei avevo proposto il film a Danny Boyle e John Hillcoat, ma loro ne avrebbero tratto qualcosa di totalmente diverso. Ami è una madre, dunque capisce la maternità e ha ampliato il ruolo di Chloe Moretz. Anche il rapporto tra i due poliziotti è farina del suo sacco”. Ma com’è stato, per Ami, lavorare con l’ingombrante figura paterna? “Avere come produttore un regista aiuta molto, perché lui pone attenzione ai problemi logistici, ma li vede sempre dal punto di vista creativo”.

A ispirare l’autrice sono state anche le location: “Abbiamo girato in Lousiana, anche se il film si svolge in Texas. Spesso erano le location a dirmi dove piazzare la macchina da presa”. La ricerca del realismo ha toccato anche gli attori principali: “Li portavo con me a studiare le procedure della polizia, e loro si sono davvero impegnati. Volevo rappresentare il Sud in maniera realistica, far sì che il pubblico si sentisse in mezzo alle vicende”.

Texas Killing Fields” sarà distribuito in Italia da 01.

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